Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La, sorte dell'Italia lungi dallo spingere all'eroismo i soldati italiani, aveva scritto un articolo velenoso contro la guerra e contro la nostra moderna "civiltà senza Dio," che aveva "promesso libertà ed aveva ridotto le nazioni ad essere schiave del militarismo oppressivo; aveva promesso felicità ed aveva portato a mas– sacri fra i popoli." L'entusiasmo bellicoso nelle file dell'alto e basso clero italiano giun– se ad un tale culmine, che il Vaticano ritenne ·necessario di avvertire l' o– pinione pubblica mondiale, attraverso un comunicato ufficiale nell'Osserva– tore Romano, che la Santa Sede non assumeva alcuna responsabilità per l'esuberanza patriottica del clero italiano. Il Vaticano non aveva sentito la necessità di fare una dichiarazione analoga per le consimili attività patriottiche del clero di altri paesi. Non sarà fuori luogo notare a questo punto che il clero italiano non si trova nella situazione del clero delle altre nazioni per quel che riguarda i suoi rapporti con la Santa Sede. Il legame fra i due è molto piu stretto e conferisce al clero italiano una posizione unica nella Chiesa. Questo av– viene perché il Papa e la Curia papale si trovano a Roma, la maggior parte del funzionari pontifici sono italiani, la maggioranza dei cardinali sono pure italiani, e il Papa stesso da parecchi secoli è stato scelto fra le file dei cardinali italiani. Cos1 pure, con rarissime eccezioni, i compo– nenti del corpo diplomatico papale e la maggior parte del personale delle congregazioni romane, ossia degli organi del governo centrale della chiesa, sono anch'essi italiani. È quindi naturale che un clero il quale fornisce alla Chiesa i suoi piu alti dignitari, oltre allo stesso Papa, sia legato alla Santa Sede da vincoli molto piu stretti di quanto non lo sia il clero degli altri paesi. Inoltre, dobbiamo tener conto della lunga tradizione di rigido con– trollo del Vaticano sulla condotta politica del clero italiano. Per settan– t'anni fu proibito ai vescovi italiani, per ordine del Papa, di manifestare pubblicamente una qualsiasi approvazione dei governi italiani e fu ordi– nato di astenersi da qualsiasi manifestazione pubblica di fedeltà al regime costituzionale. Questo passato non poteva essere facilmente dimenticato né dal popolo né dagli stessi vescovi. Per di piu, il clero italiano è te– nuto dal Concordato ad astenersi da ogni attività politica. Naturalmente, il governo fascista non solo se ne compiacque, ma ritenne che non rispet– tando il Concordato in occasione della dichiarazione di guerra dell'Italia il clero avesse fatto soltanto il proprio dovere. Tuttavia, il Vaticano aveva il diritto, e anzi il dovere, di fare in modo che tale violazione del Con– cordato non avvenisse. Era perciò inevitabile che la condotta del clero italiano venisse considerata come il risultato di un ·ordtne dato dalla Santa Sede. Frattanto il Papa, secondo l'Osservatore Romano (New York Times, 2 settembre 1940), stava adoperandosi per ottenere la conclusione di una pace che in quel momento avrebbe significato una pace imposta da Hi– tler:. In un discorso pronunciato in S. Pietro, il 23 novembre, il Papa 269 Biblioteca Gino Bianco

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