Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Pio XII, che· condivide la responsabilità di parecchi atti politici del suo predecessore, è un uomo di indole diversa. Egli si trova nella infelice situazione di governare la Chiesa durante un'altra guerra mondiale assai piu vasta della prima. Non possiede l'audacia calcolata di Leone XIII, e neppure è incline per temperamento agli sfoghi passionali di Pio XI. Questi, nei momenti d'ira e d'indignazione, manifestò il suo pensiero in modo schietto e coraggioso, anche se, dopo essersi calmato, poté essere in– dotto a fare dei compromessi con la realtà, spesso anche a spese della , logica e della coerenza. Pio XII non perde mai la calma. Maestro nel linguaggio ambiguo della diplomazia, Pio XII ha assunto sin dall'inizio del suo regno un atteg– giamento strettamente religioso, o addirittura mistico, nel deplorare i mali del mondo. In varie occasioni, sempre nei termini piu generali, ha at– tribuito le cause del male agli Stati totalitari, alle democrazie, a tutti ed a nessuno. Nell'ultimo mese della sua vita Pio XI aveva. convocato a Roma una grande· assemblea di vescovi, dinanzi ai quali aveva intenzione di pronun– ziare un discorso già scritto per la circostanza. Si sapeva che il vecchio Papa aveva meditato a lungo sulla saggezza o meno della sua politica di compromessi n~i confronti dei dittatori fascisti e nazisti. Si attendeva perciò con ansia ch'egli approfittasse di quell'occasione per fare delle fer– me e aperte dichiarazioni sulle conclusioni pessimistiche alle quali lo ave– va condotto l'esperienza da lui fatta con i regimi totalitari. Il discorso non fu mai pronunciato. Nel giorno fissato per la riunione, Pio XI giaceva sul suo letto di morte, il giorno seguente le sue labbra erano suggellate per sempre, e il suo successore non pubblicò mai quel documento. Durante la sua lunga carriera nel servizio diplomatico vaticano, Pio XII aveva imparato che la prudenza è una grande virtu. All'epoca della sua elezione, nel febbraio 1939, la crisi mondiale si stava avvicinando, la potenza di Hitler aveva già assunto proporzioni minacciose, e le demo– crazie atterrite brancolavano nelle tenebre di una . disastrosa politica di compromessi. Dall'inizio della guerra, Pio XII ha saputo compiere il mira– colo di mantenere il Vaticano in buoni termini o, almeno in termini uf– ficialmente corretti, sia con le potenze dell'Asse che con le Nazioni Uni– te. Il Papa deve mantenere buone relazioni con entrambe le parti per le– nire, per quanto lo consentono le attuali circostanze, le sofferenze materia– li e morali dei popoli. Inoltre deve tendere verso quel programma per il dopoguerra che, dal punto di vista del Papato, giovi di piu alla causa del cattolicesimo. Gli scopi del Vaticano a questo riguardo possono essere rias– sunti in poche parole: salvare tutto ciò che può essere salvato degli in– teressi della potenza e dell'influenza della Chiesa finché dura ·1a guerra; al ritorno della pace, ottenere dai vincitori l'indennizzo delle perdite che la Chiesa può avere sofferto; e, infine, assicurarsi che tutti i privilegi e va11r taggi raggiunti attraverso concordati od altri accordi siano conservati, e 264 BibliotecaGino Bianco

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