Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Nessuno può biasimare il Papa ed il Presidente per aver usato tutta la loro influenza per salvaguardare la pace, e nessuno può dubitare che papa Pio XII desiderasse ardentemente di mantenere l'Italia fuori dalla guerra. Il 21 dicem~re 1939, il Re e la Regina, accompagnati dal ministro de– gli esteri Ciano, fecero una visita ufficiale al Vaticano. Il Papa elogiò al– tamente il "Re Imperatore" (di Etiopia) ed espresse la sua soddisfazio– ne per il fatto che, mentre "gli altri popoli sono travolti o minacciati dal– la guerra ... L'Italia, invece, sempre vigile e forte sotto la augusta e sag– gia mano del Re Imperatore d'Etiopia e la lungimirante guida dei suoi governanti rimane pacifica nella sua vita civile, in concordia di spiriti ... ri– spettando i solenni riti della religione cattolica." Il 28 dicembre 1939 il Papa restituf la visita al Quirinale ed espresse la sua grande ammirazione per la "gloriosa dinastia dei Savoia, coronata · dai suoi santi e dai suoi beati. )I Parlò poi dei benefici della pace, grazie alla quale sulle rive del Tevere i rami d'olivo stanno ora mettendo i germo– gli." Il Papa non dimenticò d'invocare la protezione di Dio "sull'illustre Capo del Governo italiano e sui suoi ministri." Secondo Don Sturzo, "tutti ritennero che questo gesto significasse una reciproca. intesa tra la monarchia ed il papato per impedire al fascismo di coinvolgere l'Italia nella guerra." (op. cit. p. 68). Questi gesti a favore della pace fatti dal Papa e dal Presidente, era– no nello stesso tempo delle mosse calcolate per un altro scopo. Dietro l'azione del Presidente, dietro le nobili parole che egli indirizzava al Papa, era visibile una sottile manovra politica. Allo scopo di rendere questa in– novazione dell'invio di un rappresentante presso il Vaticano meno sgradita al popolo americano, e di rimuovere ogni possibile opposizione, il Presi– dente Roosevelt inviò contemporaneamente una lettera al presidente del Consiglio federale delle Chiese protestanti, ed un'altra lettera al Consiglio israelitico. 4 In queste lettere, dopo aver ripetuto le frasi di circostanza della sua epistola a Papa Pio XII, il Presidente terminava semplicemente con un cortese invito a quei modesti capi religiosi a passare quando si presentasse l'occasione alla Casa Bianca per consultarsi con lui. Cos1 l'appello del Presidente appariva diretto non solo al Papa, ma anche ad altri capi di altri gruppi religiosi. Questi inviti erano un semplice paravento di scarsa o nessuna importanza. La lettera al Papa e la nomina di un ambasciatore personale presso il Vaticano costituivano, invece, un passo significativo e di vasta portata ed indicavano la direzione che la diplomazia americana avrebbe seguito da allora in poi. La lettera del Presidente, ove si prescinda da tutte le sue conside– razioni di circostanza e i suoi ornamenti verbali, diceva in sostanza al 4 Organismi rappresentativi delle varie chiese protestanti e della religione ebraica negli Stati Uniti. 260 BibliotecaGino Bianco

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