Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia l'Italia, dettero al popolo americano l'illusi<.me di avere avuto una certa influenza, per lo meno nel trattenere l'Italia dal partecipare effettivamente alla guerra. Ma era evidente anche allora ad ogni osservatore imparziale che "se il Duce rinviava la sua partecipazione al conflitto lo faceva non per desiderio di pace, ma per un duplice scopo, quello di essere utile alla Ger– mania come non belligerante nel periodo della guerra lampo, e di riorga– nizzare nel frattempo la produzione bellica e l'esercito" (L. Sturzo - lta– lt'an Problems in War and Peace in The Review of Politics, gennaio 1943, p. 55). I governi d'Inghilterra, di Francia e degli Stati Uniti si la– sciarono convincere ancora una volta che una politica di concessioni avreb– be dato buoni frutti. Perciò si precipitarono a mettere a disposizione di Mussolini sia materie prime, e specialmente petrolio, che forti somme di danaro in forma di operazioni commerciali, per le forniture belliche che l'Italia avrebbe dovuto consegnare agli Alleati a partire dal giugno del 1940. Invece, Mussolini, nel giugno 1940 consegnò agli alleati una dichiarazione di guerra! Ma _nell'autunno del 1939 la speranza di mantenere l'Italia fuori del conflitto era viva nei circoli britannici ed americani; e poiché gli sforzi coordinati del Papa e del Presidente parevano essere stati coronati da suc– cesso, sembrò naturale che questa efficace coordinazione delle due forze dovesse continuare a funzionare. • Il momento di stabilire relazioni diplomatiche con il Vaticano final- mente era giunto. Il terreno psicologico era stato preparato, in modo da fare apparire un tale passo molto utile agli occhi del pubblico americano. Il presidente Roosevelt poteva agire ora senza timore di provocare nel pae– se seri attriti· di carattere religioso. Cosf, il 23 dicembre 1939, egli scrisse una lettera a Papa Pio XII, chiedendo il suo consenso all'invio di un ambasciatore personale presso il Vaticano. In questa lettera il Presidente, dopo qualch~ considerazione di cir– costanza suggerita dalla ricorrenza del Natale, esprjmeva la sua speranza che un ordine .nuovo fosse in vista e stesse nascendo nei cuori delle masse pur tra ·le sofferenze e il terrore della guerra. In vista di questo nuovo ordine, aggiungeva il presidente, "è bene che noi incoraggiamo una piu stretta unione tra coloro che in ogni parte del mondo, sia nel campo della reli– gione che in quello della politica, hanno uno scopo comune." Quindi il Pre– sidente accennava all'invio del suo rappresentante personale affinché "i no– stri sforzi paralleli per la pace e per alleviare le soffere_nzepossano recipro– camente sostenersi," giacché nello stabilire una pace solida "è della mas– sima importanza che i comuni ideali abbiano un' espres,sione unitaria." In– fine, il Presidente ricordava anche éhe quando spunterà quel felice giorno, ci troveremq tutti a dover fronteggiare grandi problemi di ordine pratico. Milioni di uomini di ogni razza nazionalità e religione, cercheranno di farsi una nuova esistenza, emigrando verso altri paesi o ricostruendo le vecchie case. Ed anche per questo gli ideali comuni richiedono un'azione .parallela. 259 20 ...... ioteca Gino Bianco

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