Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La S(jf'te dell'Italia matici, ed ottenere che un ambasciatore americano fosse accreditato pres– so il Vaticano." Il 29 luglio 1939 il cardinale Enrico Gasparri, .nipote del, famoso car– dinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato di Pio XI, che firmò gli accordi del Laterano, sbarcò a Nuova York per una visita negli Stati Uniti. Il corrispondente romano del New York Times (29 luglio) ci informò che secondo buone fonti in Vaticano [il cardinal Gasparri aveva] l'incarico di preparare la formula giuridica in vista di una possibile apertura di relazioni diplomatiche tra il Dipartimento di Stato e la Santa Sede... Ciò significa che il cardinale Gasparri non è latore di alcun messaggio perso– nale o particolare di Pio XI, né è autorizzato a negoziare allo scopo di dare inizio alle relazioni ufficiali, ma deve elaborare la forma giuridica nel quadro della quale una tale collaborazione potrebbe attuarsi, ove fosse decisa. I fatti che seguirono provarono che il corrispondente era stato bene informato circa l'imminenza dell'accordo, ma, per ovvie ragioni, non era stato informato correttamente circa il modo in cui queste relazioni diplomatiche avrebbero dovuto essere stabilite. La nomina di un regolare Nunzio a Washington e di un ambasciatore americano presso il Vaticano era resa difficile dal fatto che il piano avrebbe dovuto essere sottoposto al Congresso, che solo ha il potere di stanziare la somma necessaria per il mantenimento di una legazione. La stessa. difficoltà si sarebbe incon– trata se, invece che da un Nunzio, il Papa fosse stato rappresentato da un delegato apostolico, sempreché si fosse dovuta istituire una regolare Le– gazione degli Stati Uniti presso il Vaticano. Ciò si sarebbe potuto fare solo scavalcando il Congresso, ossia scavalcando i rappresentanti del po– polo americano. Perciò il Taylor fu nominato, non come am~asciatore de– gli Stati Uniti, ma come ambasciatore personale del Presidente presso il Papa. Taylor, essendo ricco, paga le proprie spese, e quindi non è stato necessario chiedere al Congresso uno stanziamento di fondi. Naturalmente il Vaticano avrebbe preferito una vera e propria amba– sciata, che sarebbe entrata dall'ingresso principale piuttosto che dalla por– ta di servizio, ma la felice soluzione adottata da Washington aveva i suoi vantaggi, e da un certo punto di vista ben si adattava a determinate pre– messe care alla tradizione del Vaticano. Un eminente canonista, il padre Wernz, che fu per diversi anni professore di diritto canonico presso la pontificia Università Gregoriana di Roma e poi diventò Generale dei gesuiti, osserva in uno dei suoi ·ponderosi trattati ("/us Decretalium," 1, 166): La Santa Sede per evitare il rischio di esporsi al ridicolo, generalmente intraprende azioni importanti solo quando un governo civile non è obbligafu a chiedere il consenso di un corpo rappresentativo, o quando non vi è motivo di dubitare che un tale consenso venga accordato. · Poiché il presidente Roosevelt non poteva né garantire il consenso del Congresso né impedire a un membro del Congresso o a un senatore di dire 257 Biblioteca Gino Bianco

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