Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia Noi siamo stati abituati a difendere i valori morali e sociali in un regime di democrazia e di indipendenza di pensiero; ora dobbiamo ritornare nelle catacombe, anche a rischio di essere considerati dei traditori e nemici dello Stato, della nazione, della nostra classe e dell'umanità. Ci sia concesso di fare ancora un passo avanti rispetto a Don Stur– zo, e di applicare i suoi principi e le sue conclusioni alla politica del Vaticano. E intendiamo riferirci alla politica ·e non ai discorsi vaghi ed alle omelie in cui i principi morali ed i valori morali vengono affermati e difesi teoricamente. In questa tragica crisi di proporzioni mon– diali le azioni contano piu delle parole. Ci sembra chiaro che molte clau– sole dei Patti Lateranensi (sia del Trattato che del Concordato) compor– tano e rendono imperativa una· vasta collaborazione fra la Chiesa e lo Stato fascista. Per esempio, quale è il significato del giuramento di fe– deltà allo Stato che tutti i vescovi ed i parroci italiani sono tenuti a prestare? Un giuramento di fedeltà ad uno Stato totalitario diventa di fatto un giuramento totalitario che implica l'accettazione di tutte le au– torità, le' leggi e la politica dello Stato, nonché l'obbligo di astenersi da ogni parola e da ogni azione contraria ai principi dello Stato. La collaborazione fra la Chiesa e lo Stato è pienamente assicurata dalla clausola secondo cui tutte le decisioni della Santa Sede circa le nomine dei vescovi e degli altri alti prelati, come pure quelle fatte dai vescovi riguardanti i benefici minori, possono essere respinte dal governo fascista "per ragioni politiche," il che significa che tutti gli ecclesiastici cos1 nominati devono essere scelti tra coloro .che hanno fatto professione di fascismo e sono devoti alle autorità fasciste. Un clero scelto in questo modo e collocato nei posti piu importanti della Chiesa, e pagato, interamente o in parte, con fondi dello Stato, non poteva non divenire uno dei piu validi sostegni dello Stato totalitario fascista. Questa attiva cooperazione della Chiesa in Italia con un regime che la Santa Sede aveva denunciato come pagano ed immorale sia nel– la sua teoria che nella sua prassi, fu resa possibile, ed anzi imposta ai cattolici italiani, dal Trattato e dal Concordato negoziato e concluso dal Vaticano. Se i principi e le leggi morali, analizzati cosf bene da Don Sturzo, sono validi come noi crediamo, non vi è alcuna giustificazione per la politica del Vaticano nei confronti del regime fascista, cos1 come non vi è alcuna giustificazione per l'approvazione o per il silenzio dei moralisti cattolici verso le cattive azioni che Don Sturzo ha giustamente , denunziato. Pio XI era talmente ossessionato dalla paura del comunismo e dalla sua sfiducia nella democrazia, da considerare il fascismo come un minor male. Egli era pure convinto che il fascismo sarebbe durato a lungo, e che non ci si doveva aspettare in Italia un ritorno alle libere istituzioni prima di parecchie generazioni. La storia ha dimostrato che era in errore. Il fascismo, non solo dal punto di vista politico, ma anche da quello morale e religioso, è stato il maggiore male che abbia mai 249 Biblioteca Gino-Bianco

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