Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia sione degli ebrei adoperati in vari paesi, come l'Inghilterra e l'America, dai cattolici e dai protestanti, ammonendoli a non fare causa comune con i fautori dell'antisemitismo, e ad evitare ogni atto che potesse offendere o umiliare gli ebrei. Contemporaneam,ente però aggiungeva: "è necessario limitare i rapporti fra cristiani ed ebrei in modo da eliminare ogni peri- colo per i cristiani e senza ricorrere all'antisemitismo, ma erigendo una 1 barriera contro la preponderanza ebraica, preoccupante sotto un duplice riguardo, quella nel campo materialistico-finanziario, e quella nel campo ri– voluzionario." Il sionismo fu nuovamente discusso nel numero del 2 aprile 1938 dando particolare attenzione alla questione della colonizzazione ebraica in Palestina che, secondo lo scrittore, sarebbe stata un grave errore della politica britannica. La migliore soluzione sarebbe stata quella di costrin– gere gli ebrei ad abbandonare di nuovo la Palestina. Questa volta la Ci– viltà Cattolica precisò con maggiore chiarezza la sua soluzione generale del problema ebraico. Non poteva essere diversa da quella "tradizionalmen– te adottata dai papi," e cioè "carità senza persecuzione, e prudenza, con opportuni accorgimenti quali una sorta di segregazione e di modo di iden– tificarli conforme ai tempi o, in sintesi, una specie di ospitalità e di tipo di rapporti come quelli che si adoperano con gli stranieri" (p. 77). Un altro articolo ancora piu esplicito del 16 giugno 1938 trattò degli ebrei in Ungheria, fornendo alcune statistiche comprovanti il loro pre– dominio nella vita del paese, sicché l'autore trovava che le leggi unghe– resi del 1922 restrittive dell'attività degli ebrei fossero pienamente giusti– ficate. I giornali fascisti .furono a,rcicontenti di questi articoli, li riprodussero, li riassunsero e riesumarono perfino altri vecchi articoli ancora piu ostili contro gli ebrei pubblicati dalla Civiltà Cattolica venti o trenta anni prima. Il leader fascista, estremista e anticlericale Farinacci fu piu contento di tutti. Nel suo giornale Regime fasdsta (30 agosto 1938), riassunse un velenoso articolo antiebraico pubblicato dalla Civiltà Cattolica nell'autunno del 1890 e si limitò a commentarlo cosf: "Dobbiamo confessare che il fasci– smo, colle sue proposte e colla loro esecuzione è stato piu moderato della intransigente Civiltà Cattolica." Dopo aver lodato la "leale, coraggiosa battaglia dei saggi e irre– prensibili gesuiti," aggiunse: "Gli Stati e le società moderne e anche le nazioni piu sane e audaci di Europa, come la Germania e l'Italia, han– no molto da imparare dai Padri della Compagnia di Gesu." Questi complimenti, per la fonte da cui provenivano e le conseguenze che ne derivavano, irritarono i buoni Padri, i quali però no~ trovarono altro da obiettare se non che "quegli articoli, vec~hi di mezzo secolo, si riferivano a condizioni sociali e controversie dottrinali molto diverse da quelle di oggi." · La protesta di Pio XI contro le leggi antisemitiche si riferf principal– mente alla proibizione fascista dei matrimoni misti, anche nel caso di 245 Biblioteca Gino Bianco

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