Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia lo Stato, niente al disopra dello Stato, niente al di fuori dello Stato" era stato proclamato con la massima solennità da Mussolini in persona. Pio XI non avrebbe certo avuto bisogno di aspettare fino al giugno del 1931, quando egli venne a trovarsi in aperto conflitto con Musso– lini circa l'interpretazione degli accordi lateranensi per scoprire che cosa fosse il fascismo. Ma fu solo allora che si decise finalmente nella sua En– ciclica, Non abbiamo bisogno, "a indicare ed a condannare tutte quelle cose nel loro programma e nella loro attività [dei fascisti] che noi stimiamo contrarie alla dottrina ed alla prassi cattolica e perciò inconciliabili con il nome e la professione del cattolicesimo." Benché questa enciclica servisse a salvare la faccia del Vati– cano, sotto l'aspetto dottrinale, offri tuttavia una triste prova della am– bigua e disperata situazione in cui il Papa aveva posto la Chiesa, vinco– landosi al fascismo. Pio XI era andato tanto oltre nell'accettare favori e doni da Mussolini e dal regime fascista, che poteva ora essere accusato con ragione d'ingratitudine da Mussolini. Il Papa rispose che riconosceva i benefici ricevuti e ne era grato ma che la concessione dei bene– fici era stata reciproca, ed anzi Mussolini ne aveva forse ottenuto dei magg10n. Serbiamo e serberemo e memoria e riconoscenza perenne per quanto venne fatto in Italia con beneficio della religione, anche se con contemporaneo_ e forse maggiore, bene– ficio del partito [fascista] e del regime [fascista]. I cattolici americani che si adirano e si indignano quando qualcuno dice che il Vaticano favorf il fascismo, farebbero bene a meditare su questo passo di quella Enciclica che essi citano cos{ spesso a riprova dell'antifascismo di Pio XI. Non fu S. Agostino a dire: "Roma ha parlato, e quindi la questione è risolta? " Essi dovrebbero meditare anche sull'osservazione seguente che il Papa aggiunse: I recenti avvenimenti ci fanno seriamente dubitare se gli atteggiamenti prima bene– voli e benefici provenissero soltano da sincero amore e zelo di religione o se non fossero piuttosto effetto di puro calcolo e di un ulteriore proposito di dominio. Strano che il Papa dovesse confessare una tale cecità circa gli scopi della benevolenza fascista, e che solo i "recenti avvenimenti" l'avessero indotto a "dubitare" delle intenzioni di Mussolini. Alla luce della storia dell'ultimo decennio, noi ora ben sappiamo che i "dubbi" di Pio XI erano piu che giustificati, e quindi che le sue dichiarazioni furono una franca confessione di aver favorito e appoggiato il partito ed il regime fascista. Egli aveva commesso un grave errore. Il Papi ammise di essere andato troppo oltre nella sua benevolenza verso il regime: Ci siamo sempre trattenuti da formali ed esplicite condanne (del fascismo) anzi siamo andati fino a credere possibili e a favorire da parte nostra compatibilità e coopera– zioni che ad altri sembravano inammissibili. 241 Biblioteca Gino· Bianco

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