Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America In ogni modo, l'omaggio tributato da stranieri autorevoli all'Italia fascista, come inventrice di un modello di ordine politico e sociale, non poteva non lusingare gli italiani. Questi sapevano che le corporazioni non erano nella realtà quello che avrebbero dovuto essere nella teoria. Ma poiché gli osservatori stranie– ri le apprezzavano tanto, e le descrivevano con colori cosf attraenti, molti italiani furono indotti a credere che le corporazioni, anche se non funzio– navano ancora secondo erano state ideate, tuttavia segnavano l'inizio d'un nuovo grande sviluppo ideato dal genio italiano. Mussolini non ripeteva forse che sotto il fascismo l'Italia era diventata la piu grande nazione del mondo? E non si sentiva forse la voce di piu d'un rappresentante del popolo americano dire, sotto la cupola del Campidoglio di Washington, che "l'America aveva bisogno di un Mussolini?" Mussolini doveva aver • ragione. Il coro sempre crescente di ammirazione per il duce e per il fa– scismo cantato dalle potenze estere ebbe il suo effetto: molti italiani si convinsero che Mussolini stava preparando per loro un futuro glorioso. Un'impressione piu profonda e piu durevole produsse sulle menti degli italiani il fatto che fin dall'inizio del fascismo, al festoso coro ce– lebrante i meriti del nuovo regime si aggiunsero le pie e robuste voci del clero e dei laici cattolici di tutto il mondo. Fra di essi il mito del fasci– smo che aveva schiacciato col piede il mostro bolscevico era diventato una specie di dogma. Appena Mussolini, poco dopo il suo avvento al potere, cominciò a corteggiare il Vaticano, l'entusiasmo dei cattolici ame– ricani per il duce e per i fascisti crebbe rapidamente. La disposizione favorevole del clero cattolico verso Mussolini si ma– nifestò prima in America, e fu piu unanime qui che in Italia. In Italia il Vaticano doveva muoversi prudentemente, poiché molti membri del bas– so clero soffrivano ancora gravemente per le violenze fasciste, e soltanto alla fine del 1926 furono eliminate le ultime tracce di resistenza del clero al fascismo. In America non c'era stata lotta e l'entusiasmo non fu osta– colato dal ricordo di alcun fatto di sangue. Esso crebbe quando Pio XI, il 20 dicembre 1926, dichiarò che Mussolini era stato inviato dalla Di– vina Provvidenza; raggiunse un grado anche piu elevato al momento della firma dei Patti Lateranensi, e toccò il culmine quando Mussolini inviò le sue legioni a partecipare alla "crociata" spagnola e fu perciò altamente complimentato e lodato dal Papa in persona. Ecco alcuni esempi delle dichiarazioni che gli alti dignitari della Chie– sa del nostro paese fecero in favore del fascismo. Nel 1924 il Cardinale O'Oonnell di Boston mentre durava ancora la guerra civile in Italia, dichiarò: L'Italia sta avviandosi verso una meravigliosa trasformazione da quando Benito Mussolini ha preso le redini del governo... Io non ho mai assistito nella mia vita ad Gollancz, ed è stato ristampato nel 1964 con una nuova introduzione dell'autore a Londra nel 1964 presso la Casa Editrice Frank Cass and Co. 226 BibliotecaGino Bianco

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