Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia phy of Mussolini che si diceva fosse stata composta dal duce e tradot– ta in inglese da Child. In realtà - ·come dichiarò lo stesso Mussolini piu tardi nella Vita di Arnaldo (1932) - il libro era stato scritto da Child con materiale, in gran parte di pura invenzione, fornitogli da Mussolini e da suo fratello. Questa Autobiografia, quindi, fu in realtà una frode letteraria che Mussolini, con l'attiva connivenza di Child, compf ai danni dei popoli di lingua inglese. Quanto al contenuto di questa Autobiografia basterà dire che Musso– lini non osò farla pubblicare in italiano. Però i giornali fascisti in Italia la lodarono ampiamente quando comparve, e citarono da essa dei passi apo: logetici che potevano dare al pubblico italiano un'idea della stima sem– pre crescente di cui Mussolini godeva presso i diplomatici e presso lo stesso governo americano. Naturalmente il pubblico italiano non sapeva nulla né di Child e né del governo di Harding. Sulla scia dei finanzieri dei rettori di università e dei diplomatici americani vennero gli "esperti" in economia, gli storici, i filologi e gli ar– cheologi. Gli studiosi di scienze politiche, gli economisti e i sociologi, che fin dall'inizio avevano trovato molto da ammirare nel sistema di go– verno fascista, oppure avevano scoperto che col suo avvento al potere Mus– solini aveva compiuto il miracolo di ristabilire il pareggio del bilancio dalla sera alla mattina, divennero addirittura lirici quando la propaganda fascista lanciò il mito dello "Stato corporativo." Corsero subito in Italia a vedere di persona l'organizzazione e il funzionamento dello Stato corporativo fa– scista e riempirono il mondo di articoli, saggi, opuscoli e libri. Essi disse– ro al pubblico americano, fin dal 1931 che lo Stato corporativo era - per usare le parole del professore P. M. Brown dell'Università di Prince– ton - "la piu sorprendente creazione del fascismo per la soluzione dello spinoso problema delle relazioni tra capitale e lavoro" e che esso era "una straordinaria conquista meritevole del piu attento studio e ammirazione." Eppure per quanto possa sembrare strano, le cosiddette corporazioni fu– rono inaugurate soltanto nel novembre del 1934 quando, come annunciò il New York Times (10 novembre), "le ruote del nuovo Stato corpo– rativo di Mussolini cominciarono a girare." E quando queste ruote comin– ciarono a girare, ci si accorse ben presto che giravano a vuoto, e non ci volle molto tempo perché tutti si rendessero conto che lo Stato corpora– tivo non era mai esistito nell'Italia fascista. Si trattò di una mistificazione. Come disse uno studioso inglese che sapeva vedere quel che si nascon– deva dietro le vuote parole, "il termine "corporativo' è stato usato, se non inventato, per suscitare nel popolo un senso di meraviglia, per lasciarlo all'oscuro e per tentare, attraverso la mistificazione di una parola insolita, di nascondere la costrizione sulla quale in definitiva si basa la dittatura e allo stesso tempo per lasciar credere che si stia compiendo un lavoro miracoloso altamente filantropico." (Finer, Mussolini's ltaly, pag. 499). 1 1 Il volume di Herman Finer Mussolini's Italy fu pubblicato a Londra nel 1935 presso 225 BibliotecaGino Bianco

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