Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

LA sorte dell'Italia listi, un gruppo rumoroso di pseudo-intellettuali che avevano guardato ai fascisti con molto disprezzo, strinsero loro la mano e si gettarono anch' es– si nella mischia; e per giunta gli uomini politici che erano al governo guar– darono di buon occhio questi paladini della reazione e permisero ai capi militari alla polizia e ai tribunali di aiutare piu o meno apertamente i fascisti nelle loro gesta criminali. Tutti costoro accarezzavano l'illusione - ed anzi la certezza - di poter adoperare il fascismo ciascuno per i propri scopi e speravano di poter gettare via quel limone dopo averlo spre– muto. Quando Mussolini si impadronf del potere, non pochi italiani pen– savano che, sebbene quel modo di procedere fosse stato illegale, quel– l'uomo avrebbe voluto e potuto mettere fine alla guerra ciyile e che il suo governo, nonostante il suo peccato d'origine, avrebbe gradatamente ri– stabilito la pace e avrebbe poi mantenuto l'ordine con mezzi costituzio– nali. Lo stesso Mussolini, formando un gabinetto di coalizione, e annun– ciando che l'era della violenza e del dominio della piazza era finita, ali– mentò queste spèranze, e ottenne cosf i poteri necessari per mantenere le sue promesse. Ma gli obiettivi di Mussolini non erano la pace e la giustizia, e tanto meno lo erano quelli dei capi fascisti che ora vollero godersi i frutti della vittoria e non erano disposti a dividerli con altri e neppure a "tor– nare alla normalità." Colla creazione della milizia fascista e colla con– cessione alle autorità fasciste di poteri superiori a quelli dei funzionari governativi, la bilancia politica traboccò, e ricominciò la guerra civile. Le illusioni di coloro che si aspettavano che il fascismo scomparisse dopo la sua vittoria, o che si trasformasse per mezzo di una qualche alchimia politica in un regime costituzionale, svanirono rapidamente quando Musso– lini annunciò che il fascismo era una rivoluzione permanente che non si sarebbe mai fermata. Ormai la resistenza al fascismo era divenuta assai piu difficile, poi– ché questo aveva a sua disposizione l'intero meccanismo del governo e la milizia. Tuttavia la resistenza· non cessò. Per altri quattro anni Mussoli– ni non riusd a conquistare il popolo it~liano. L'uccisione di Matteotti, se non fosse stato per la pusillanimità dei capi dell'opposizione e il 'tt:'adi– mento del Re, avrebbe segnato la fine del fascismo. Seguf poi la dittatura vera e propria, e il popolo italiano fu completamente reso schiavo. In realtà furono necessari al fascismo sei anni per conquistare l'Ita– lia: sei anni di lotta impari fra un potere che aveva a sua disposizione tutte le risorse del governo, la polizia, la milizia e la monarchia da una parte, e dall'altra un popolo riluttante il quale era stat(j> privato delle sue or– ganizzazioni operaie, i cui capi lo avevano tradito, passando al nemico, o era– no stati uccisi, o erano stati costretti a fuggire, o erano stati resi impo– tenti dall'incalzare degli ~vvenimentl. Sei anni di lotta che sarebbero fi– niti con la vittoria del popolo se il fascismo, oltre ad avere l'appoggio dei gruppi e delle. d.assi italiane. ~9pr~e_nzionate 1 non fos~e sta~o anche pro- 221 Biblioteca Ginn Bianco I

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=