Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia zioni generali... Io rispondo a ciò, riferendomi alla loro storia sociale e politica che li ha resi inadatti ad esprimere la loro volontà per mezzo di elezioni gene– rali. È realmente molto difficile per trenta o quaranta milioni di persone di ottenere il governo che desiderano per mezzo di elezioni generali se non è innata in loro que– sta capacità. Noi (inglesi) possediamo questo oscuro istinto ereditario. Gli italiani non l'hanno ... Allora, come fanno gli italiani ad esprimere i loro desideri in modo na– turale? La risposta di Trevelyan è semplice. Nel Medio Evo, egli dice, quan– do le città italiane volevano cambiare il loro governo, "non lo facevano per mezzo di elezioni generali, ma con un tumulto di piazza. I cittadini si radunavano, bastonavano qualche persona divenuta impopolare o abbat– tevano la sua casa." E cosf fecero nel 1922. La Marcia su Roma non fu che una ripetizione del vecchio metodo, "una serie di tumulti di piazza culminanti in un gran tumulto nazionale in piazza... Quando l'anima, la mente o le passioni del popolo italiano han bisogno di uno sfogo, lo trovano in movimenti di piazza." Questo giudizio trascura molti fatti rilevanti. Nel 1183 trentadue anni prima della nascita della Magna Charta, gli italiani strapparono all'Imperatore Federico Barbarossa il trattato di Costan– za, che concesse l'autogoverno a tutte le · città dell'Italia settentrionale; la Magna Charta inglese riconosceva i, diritti e privilegi soltanto di un pic– colo gruppo di baroni feudali. Che cosa faceva "l'oscuro istinto" inglese nel 1183? Perché esso non si svegliò che nel 1215? Durante il secolo tredicesimo, mentre "l'istinto" dell'Inghilterra muoveva i suoi primi in– certi passi verso la rappresentanza dei mercanti nel Parlamento, la piccola borghesia nell'Italia settentrionale e centrale cercava di impossessarsi dei governi delle sue città ed aboliva la servitu della gleba. Essa non riusd a istituire un regime parlamentare. Vi furono molti "tumulti di piazza" dappertutto. Ma forse che la guerra delle due Rose non fu combattuta nelle strade e nelle campagne inglesi? Le lotte socia– li italiane condussero a delle istituzioni dispotiche, e sorsero dappertutto in Italia dei tiranni. Ma fu forse Enrico VIII un sovrano costituzionale nei cui confronti i tiranni italiani avevano ragione di sentirsi umiliati? For– se che la rivoluzione del 1648 fu qualcosa d'altro che un "gran tumulto?" E la rivoluzione del 1688 fu forse causata da un'elezione parlamentare? "L'oscuro istinto" inglese funzionò piuttosto male, anche in tempi piu recenti. La sommossa cartista fu un "tumulto" nelle strade e non una contesa elettorale. 5 Le api, le formiche ed i bambini appena nati compiono 1st1nt1va– mente le loro funzioni che sono perfettamente adatte ~i loro scopi. Tale non fu il caso dell"' istinto" inglese. Il popolo inglese ha dovuto con-. quistarsi le sue istituzioni democratiche con sècoli di coscienti sforzi mo- 5 Alfusione alle violenze che ripetutamente si accompagnarono all'azione del movimento cartista inglese fra il 1840 e il 1848. Fra le rivendicazioni elencate nella "Carta del Popolo," vi era il suffragio universale. 215 Biblioteca Gino Bianco

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