Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

.. L'Italia vista dall'America doveva a·ffrontare furono risolti. Non sempre le soluzioni adottate furono le migliori, né i metodi impiegati i piu efficaci. Avrebbero potuto essere risolti tutti i problemi in un· tempo cosI breve? Vi è mai stato nella storia un paese che abbia risolto tutti i propri problemi in mezzo secolo ' e senza errori? Se si giudica l'opera degli uomini politici prefascisti pren– dendo come pietra di paragone un qualche ideale perfetto - secondo il metodo del riformatore politico - non vi è un solo uomo politico che non meriterebbe di essere mandato all'inferno. Se però si vuol adottare_ il metodo dello storico, cioè, se si paragona, per quanto riguarda l'Italia, il punto di partenza nel 1871 col punto di arrivo, la prima guerra mon– diale, e la povertà delle risorse nazionali italiane con la ricchezza di altri paesi, non si può fare a meno di concludere che nessun paese d'Europa ha fatto altrettanti progressi in tempo cosI breve. Chi conosce gli inizi· della storia degli Stati Uniti, che possedevano delle risorse illimitate, può comprendere gli sforzi, la laboriosità e la buona volontà, e cosI pure i contrasti gli errori e le deficienze del libero regime italiano dopo il Risorgimento. Il compito di deformare questo quadro e di sovrapporgli una visione caricaturale .di uomini e avvenimenti di quel periodo fu assunto non da stranieri,- ma da italiani, dai capi, dai propagandisti e dagli storici ufficiali del fascismo. Per verità essi avevaho avuto dei predecessori nell'opera di denigrazione e vituperio della nuova ,Italia. I giornali, le riviste ed i libri dei gruppi clerico-reazionari avevano fatto ampio uso del regime di libertà di stampa per mettere in ridicolo i liberali italiani e le loro libere istituzioni, per attribuire ad essi intenzioni malevole, per ingrandire gli er– rori e prèdire la rovina e la desolazione. Il giornale quotidiano Unità Cattolica di Firenze e la rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica di Roma, furono fra i maggiori colpevoli di questa incessante campagna. Ma dopo tutto, nessuno prestava loro molta attenzione, ed era raro trovarli fuori dalle sacrestie o di qualche istituto clericale. Quando però i fascisti fecero propri gli argomenti dei clericali e dei gesuiti in particolare, essi condussero la loro campagna intensivamente sui giornali, in periodici e libri, in ·discorsi ed interviste destinati specialmente ai paesi stranieri. Divenne un luogo comune per i propagan– disti fascisti negli Stati Uniti di parlare dell'Italia prefascista come di un "letamaio" - la parola è di Mussolini - e dei politicanti "vili, stupidi ·criminali," che avevano per mezzo secolo malgovernato e sfruttato il paese. Il fatto che sia clericali che fascisti si trovassero d'accordo nel de– nigrare lo Stato liberale italiano si spiega con l'odio che sia gli uni che gli altri nutrivano con fini ed intenti diversi, per il liberalismo e le istituzioni democratiche. Per i fascisti la pretesa decadenza delle istitu– zioni politiche italiane doveva giustificare quella che essi chiamavano en– faticamente "la rivoluzione fascista," che aveva distrutto la libertà. Essi potevano piu ·facilmente vantarsi delle realizzazioni fasciste, magnificando tutto ciò che era stato fatto dal .nuovo regime, e attribuendosi il merito 212 BibliotecaGino Bianco

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