Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La, sorte dell'Italia e parassitaria possa essere usata come scudo e come scalino da una ditta– tura reazionaria, è stato appunto fornito dall'Italia fascista. Una semplice considerazione, basata sui fatti, dovrebbe bastare a dis– sipare le illusioni di coloro che credono ancora (o fingono di credere) che la monarchia è e sarà necessaria o utile all'Italia di domani. Se l'I– talia fosse stata nell'ottobre 1922 una repubblica democratica invece di un Regno, e se · vi fosse stato un Presidente con poteri costituzionali limitati eletto dal popolo, al posto del debole Vittorio Emanuele, sarebbe stata respinta la decisione del Gabinetto di proclamare lo stato di assedio e di schiacciare la sommossa fascista con la forza? E sarebbe stato invitato Mussolini a formare un nuovo Governo? È ben noto che la prima reazione del Re al tentativo fascista fu in favore della decisione del Gabinetto. La marmaglia fascista non era né numerosa né bene armata e, secondo il competente parere del Generale Badoglio che era allora a Roma, si sarebbe sbandata al solo apparire del– l'esercito. Tuttavia, dietro suggerimento di altri consiglieri militari - che facevano parte della congiura fascista - il Re cambiò idea: gli prospettarono il rischio che suo cugino, il Duca d'Aosta, che attendeva l'esito degli avvenimenti nella vicina Perugia, potesse sostituire lui e la sua famiglia. La paura di dover affrontare un conflitto dinastico per quanto remoto e forse soltanto ipotetico bastò a fargli dimenticare ogni altra cosa. Se invece l'autorità suprema del paese fosse stata un Presidente che non avesse avuto interessi dinastici da proteggere, la situazione sarebbe stata diversa. Un Presidente non avrebbe esitato un momento ad appro– vare la decisione di un Gabinetto che rappresentava la maggioranza del Parlamento e la maggioranza del popolo Italiano. Con un Presidente al posto di Vittorio Emanuele, la sommossa fascista sarebbe stata o evitata o facilmente repressa, e Mu~solini, invece di prendere il treno per Roma da Milano, dove si trovava in attesa degli eventi fuori da ogni pericolo, si sarebbe precipitato a cercare la salvezza oltre la vicina frontiera. Al– l'Italia e forse anche al mondo, sarebbe stata risparmiata la tragedia att~ale. Ma l'Italia non è l'unico esempio di una tale tragica esperienza nella vita politica di una nazione. Per piu di mezzo secolo lo stesso processo si verificò ripetutamente nei piccoli regni balcanici. Laggiu le monarchie costituzionali servirono ripetutamente da trampolino per la conquista del potere a gruppi reazionari, con un programma di imperialismo nazionalista, di odio e spietata oppressione delle minoranze etniche, fornendo cos1 la scintilla a parecchie guerre europee. L'idea fascista di fare un tale uso della monarchia non ha nemmeno il merito dell'originalità; fu sempli– cemente uno dei mezzi con cui il fascismo "balcanizzò" l'Italia. I difensori dell'istituto monarchico citano in genere l'Inghilterra a conferma dei vantaggi del valore pratico e del carattere duraturo di una monarchia costituzionale. Non è questo il luogo per analizzare le ragioni per cui questo sistema è diventato tradizionale in Inghilterra, ma il fatto che vi fu una volta un Re inglese che tentò di limitare i poteri tradi_zio- 209 BibliotecaGino Bianco

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