Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

.. L'Italia vista dall'America Monitor, J. T. Whitaker del Chicago News, H. L. Matthews del New York Times, i Packard della United Press, R. G. Massock dell'Associated Press, sono concordi nel dire che "la famiglia reale è politicamente fallita quanto Mussolini," che "la Casa Savoia ha perduto molto del suo presti– gio," che "considerevoli gruppi della media e dell'alta borghesia attaccano ora aspramente Vittorio Emanuele," che "il Re ha perduto il rispetto del suo popolo e probabilmente se ne è attirato il disprezzo," che "sia gli ame– ricani che gli inglesi sopravvalutano l'autorità e l'influenza -personale della famiglia reale in Italia," chç "la famiglia reale è adesso definitivamente legata al fascismo e deve continuare ad appoggiare il duce," che "la Corona è disprezzata da molti italiani," e che "la Corona si è cosi stret– tamente identificata con l'alleanza tedesca che è vano cercare di staccarla dalla Germania.'' Se tutto ciò, come noi. crediamo, è vero, e se il Foreign Office britannico e il Dipartimento di Stato hanno deciso · che l'Italia debba avere ad ogni costo un Re essi dovranno trovarlo in qualche altra famiglia reale che non sia la Casa Savoia. Privi come sono d'immaginazione, non sembra che essi abbiano pensato a questa soluzione del problema. Vi sono ora disperse ai quattro angoli della terra piu di una dozzina di famiglie reali rimaste disoccupate per effetto della guerra del 1914-18 e della guerra attuale. Sarebbe facile tro– vare fra loro un Re per l'Italia, per insediare una nuova dinastia e so– stituire la Casa Savoia. Vi sono ancora dei discendenti dei Borboni di Napoli e una nidiata di arciduchi austriaci. Mettendo uno di loro sul trono d'Italia la nemesi storica sarebbe completa, ogni traccia del Risorgimento sarebbe cancellata per sempre, ed un Regno italiano nuovo di zecca potrebbé prendere il suo posto nel nuovo equilibrio delle potenze, concepito dai reazionari per la pace del dopoguerra. Nella storia delle istituzioni politiche la cosiddetta monarchia costitu– zionale, in cui il Re regna ma non governa, non è che hna fase di tran– sizione dall'assolutismo, implicito nel concetto di monarchia, alla forma repubblicana di governo che è la forma classica della democrazia. Certo, in un periodo di transizione, una monarchia costituzionale può rivelarsi utile come elemento stabilizzatore in un regime di libere istituzioni, privo di una lunga tradizione e di un ben sviluppato sistema di freni e con– trappesi, cosi essenziale per un regime democratico. Come tutte le istitu– zioni, però, che rappresentano un compromesso temporaneo, col tempo ·1a monarchia costituzionale diventa superflua per il funzionamento di un governo democratico, e se non viene eliminata resta un elemento parassita– rio nell'organismo politico. E come gran parte dei parassiti diventano dei I portatori di germi velenosi, cosi, quando raggiunge questo stadio la mo– narchia può facilmente trasformarsi in una minaccia per le istituzioni re– pubblicane. Essa può diventare un docile strumento delle forze reazio– narie per ristabilire colla violenza un regime assolutistico che potrebbe cosi apparire dotato di un titolo legittimo, per aver ricevuto l'investitura dalla monarchia. L'esempio classico di come una monarchia degenerata 208 BibliotecaGinoBianco

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