Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America alta Francia, ed ancor piu, dopo che gli Stati Uniti furono trascinati nella guerra contro l'Asse, l'opinione prevalente in questo paese è che il fascismo sia un male ed il duce un essere spregevole. Gli ammiratori di un tempo sono diventati nemici del duce; giornalisti americani che solevano scrivere da Roma degli articoli elogiativi dei meriti del governo, sono ora tornati in patria dopo esser stati espulsi dall'Italia, e scrivono ora articoli e libri virulenti, e tentano di rivelare gli intrighi che si svol– gevano dietro le quinte. Certi vescovi e preti cattolici, che solevano bene– dire il nome di Mussolini, sono ora assai eloquenti nel ricordarci dal pulpito e nella stampa che il Papa ha condannato le ideologie fasciste già molto tempo fa. Perfino la lettera collettiva dell'episcopato americano del 1942 ha riconosciuto che questa è una guerra per la preservazione della libertà e della religione. Molti di questi preti prima di Pearl Harbour pen- - savano che non fosse affare nostro intervenire nella lotta . contro il nazismo ed il fascismo. Ora finalmente si sono ricreduti. Ma se siamo ora tutti d'accordo nel ritenere che il fascismo sia una piaga e che la caduta di Mussolini sia desiderabile, dovremmo anche essere d'accordo sul fatto che non solo Mussolini ma tutti gli altri so– stenitori del regime fascista dovrebbero essere eliminati. È incomprensi– bile per qual.e processo logico molta gente separa la causa di Mus– solini e del fascismo da quella della monarchia e di tutti gli altri servi del fascismo. Eppure lo fanno, ed evidentemente non è colla sola logica che essi possono essere convinti del loro errore; essi cambieranno opinione soltanto quando vedranno il tragico risultato di questo errore, ma allora, disgraziatamente 1 sarà troppo tardi. Walter Lippmann il ben noto commentatore politico americano, ha affermato nel suo articolo del 21 novembre 1942 (New York Herald Tri– bune) che "quando Mussolini ed i suoi complici saranno eliminati, rimar– ranno in Italia le tracce di un'autorità legittima e storica per mezzo della quale potrà avvenire il trapasso alla nuova Italia. Poiché, altrimenti, sarebbe difficile trovare nel caos della sconfitta italiana un'autorità in grado di parlare per conto dell'Italia." In cima a tutti questi resti di autorità legittima e storica il Lipp– mann pone la monarchia. La monarchia è l'istituzione che avrà l'autorità di parlare in nome della nuova Italia. Con un rapido cambiamento di sce– na il Re, che per venti anni è stato nei suoi discorsi della Corona il portavoce della dittatura fascista, diventerà la voce della nuova Italia. Per quanto riguarda la monarchia il passato sarà dimenticato; il titolo di legittimità pone il Re al di sopra di ogni legge morale, e perfino al di sopra delle esigenze di ogni elementare buon senso. Piu di un secolo fa, ai tempi del Principe di Metternich, la parola "legittimo" aveva un significato chiaro e preciso. Un regime politico era legittimo quando aveva dietro di sé una tradizione storica. Il sovrano legittimo di Francia era nel 1814 Luigi XVIII, discendente di Enrico IV 202 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=