Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia tere del Governo italiano, cos1 come aveva rifiutato nel 1922 di fir– mare il decreto di stato d'assedio redatto da un Gabinetto legalmente costituito. Non importa qui stabilire se il Re, accettando il regime fascista, ab– bia o meno violato lo spirito e la lettera dello Statuto e infranto il suo giuramento alla nazione. Il fatto importante è che la monarchia ed il fascismo fecero causa comune e sono rimasti per venti anni strettamente associati. La monarchia accettò e sanzionò ufficialmente il programma fascista di subordinare la vita intera della nazione al controllo assoluto . del partito fascista, sciogliendo nello stesso tempo tutti gli altri gruppi politici e abolendo tutte le libertà costituzionali. La monarchia collaborò attivamente al programma fascista di espansione territoriale e di con– quiste militari a spese di nazioni piu deboli. La monarchia approfittò di tali conquiste, sebbene fossero state fatte in aperta violazione degli impe– gni internazionali precedentemente assunti dall'Italia, ed aggiunse al suo stemma ed ai suoi titoli la corona imperiale di Etiopia e la corona reale di Albania. È altrettanto chiaro che la mona"rchia venne meno alla sua funzione di forza stabilizzatrice nella vita politica italiana e divenne invece lo strumento e la schiava, prima di una piccola minoranza che afferrò il po– tere con la violenza e contro la volontà della maggioranza, e poi di una dittatura tirannica che governò mediante decreti firmati dal Re. E, si– milmente, essa ve_nne meno al dovere di mantenere la pace nel sistema dei rapporti internazionali. Mussolini e gli storici che si son fatti portavoce del fascismo, hanno ripetutamente espresso la loro gratitudine per l'appoggio e la collaborazione ricevuti dalla monarchia durante tutto il periodo di governo fascista. I simpatizzanti col- fascismo in tutto il mondo hanno espresso in vari momenti la loro ammirazione per la saggezza del Re nell'appog– giare Mussolini ed il suo Governo. Infine, il Vaticano confed ampie lodi al Re per aver dato via libera all'" uomo inviato dalla Provvidenza," che fece fare all'Italia la pace con Dio. Sembra cosi'. che vi sia un consenso unanime tra fascisti ed antifa– scisti, liberali e radicali, cattolici e protestanti, che il fascismo sia debi– tore verso il Re ed il Re verso il fascismo, e che essendovi stata una stretta collaborazione tra i due, una buona parte della responsabilità per questo spetti al Re. Tuttavia, sebbene tanto gli amici quanto i nemici del fascismo in Italia ed altrove, abbiano riconosciuto il forte appoggio dato dal Re al fascismo, gli uni hanno considerato questo appoggio come cosa saggia ed onorevole, mentre gli altri lo hanno ritenuto un tradimento dei migliori interessi dell'Italia. Naturalmente, dopo la "pugnalata nella schiena 111 data da Mussolini 1 Fu la frase adoperata da Roosevelt quando Mussolini dichiarò guerra alla Francia pro– strata, e all'Inghilterra. 201 BibliotecaGino Bianco

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