Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America verso le linee italiane; aviatori abbattuti, disarmati, prendono 250 prigio- . . " n1en. Spesso, in notizie di fonte greca, o jugoslava, abbiamo letto che di solito il soldato italiano, non si comporta cos1 crudelmente come il sol– dato nazista. Quando possono gli italiani cercano di alleviare la miseria delle popolazioni. Chiunque conosca il popolo italiano non si sorprende di ciò. L'italiano uccide con facilità quando è accecato dal furore, ma di solito non è capace di fredda e calcolata brutalità, ciò che i tedeschi chiamano "Schadenfreude." Vi sono in Italia, come in tutti i paesi dei criminali. Questi hanno costituito la spina dorsale del par.tito fascista e comandano le truppe di occupazione in Grecia, Albania e Jugoslavia. Speriamo che il giorno della resa dei conti, il popolo italiano stesso farà giustizia di questi criminali, a meno che il Foreign Office britannico ed · il Dipartimento di Stato americano non intervengano per intralciare gli spon– tanei moti popolari. Frattanto, i capi fascisti non sono riùsciti né in Gre– cia, né negli altri paesi occupati, a trasformare l'italiano comune in un es– sere crudele al massimo. È ovvio che un siffatto comportamento del soldato italiano non piaccia ai fascisti ed ai nazisti. È nel loro interesse di sobillare il soldato italiano contro. le popolazioni dei paesi occupati. Il modo piu efficace di fare questo è di dirgli che la sua umanità e la sua avversione per gli atti di terrorismo non gli procurano gratitudine, ma vengono considerate quale prova di viltà. Ed ora leggiamo il New York Times del 22 ottobre 1942, e vi ap– prenderemo che i soldati greci in Egitto narrarono al corrispondente del Times che i greci odiano i tedeschi piu degli italiani, perché i primi si sono dimostrati "i piu brutali. fra le forze di occupazione"; ma che "di– sprezzano completamente gli italiani," perché quando si scontrano coi gre– ci "scappano come un branco di conigli." Non v'è dubbio che gli ita– liani "vanno migliorando la loro condotta" in Grecia, ma ciò avviene per– ché essi "sono piu intelligenti degli altri; essi vedono piu lontano; capi– scono che hanno perso la guerra" e si comportano bene nella speranza di uscirne piu a buon mercato quando sarà giunto per noi il "momento della vendetta.,, Non c'è alcuna ragione di escludere che il corrispondente del New York Times abbia avuto il colloquio da lui riferito. Non è un compito facile evitare di identificare un popolo col suo proprio governo, e, dopo quanto Mussolini ha fatto alla Grecia, i greci hanno tutte le ragioni di odiare gli italiani; ed il miglior modo di odiare il proprio nemico, è quello di nutrire disprezzo per lui. Ma, prima che la corrispondenza giungesse a New York, essa dovette passare attraverso la cen~ura militare del Cairo, e quella politica di Londra. E perciò la responsabilità ricade interamente su quelle stesse autorità inglesi che hanno montato la campagna sulla vigliac– cheria italiana. Viene poi la responsabilità della redazione del giornale di New York, che avrebbe dovuto sapere che la corrispondenza sarebbe sta- 198 " Biblioteca Gino Bianco

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