Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia cuo paese dal quale non avevano nulla da temere. Poi si trovarono a com– battere nel deserto libico - il posto piu. disgraziato del mondo - luo– ghi dai. quali nessun contadino italiano poteva mai sperare di ricavare col sudore della sua fronte il necessario per vivere. Sui campi di battaglia della Grecia e della Libia, gli italiani ritrovarono "quel diritto allo sciopero, del quale le leggi fasciste li avevano privati in tempo di pace." Tuttavia, dal giugno 1940, l'isola di Pantelleria e il Dodecanneso greco nel Mediter– raneo orientale furono difesi con successo, non come Malta, da inglesi contro italiani, ma da italiani contro inglesi. Furono 12.000 italiani, e non già 12.000 inglesi• che, abbandonati da Dio e dagli uomini, senza aviazione, senza difesa antiaerea, senza carri armati, con le uniformi a bran– delli, improvvisarono filo spinato con mucchi di spine, coltivarono verdura su ogni pezzo di terra disponibile onde procurarsi del_cibo, e resistettero per 193 giorni prima di arrendersi sulla spianata di Gondar in Etiopia. Se i difensori di Gondar fossero stati degli inglesi, il Ministero delle Informa– zioni britannico avrebbe esaltato il loro eroismo, come aveva fatto per i difensori di Tobruk. Se il Ministero britannico non fosse diretto da uo– mini di mente ristretta, non avrebbe ignorato i tentativi arditi e disperati fatti da giovani italiani per forzare le difese di Gibilterra e di Malta. Li avrebbe raccontati riconoscendo il merito dovuto, ma dando al tempo stes– so il consiglio di mettere lo spirito di sacrificio di quegli uomini a servizio di una causa migliore. Viceversa, il Ministero britannico delle Informazio– ni aveva deciso che tutti gli italiani sono dei vili e tali devono restare. Gli uomini intelligenti sono generosi. È lo sciocco che non è gene– roso e che paga per la sua stupidità. Quando Mussolini s'imbarcò nella sua disgraziata guerra nel giugno del 1940, c'era contro di lui in Italia una corrente generale di ostilità. Tutti quelli che allora erano in Italia, e che poi vennero via, sono concordi nell'affermare che i giorni del crol– lo della Francia e dell'entrata in guerra dell'Italia furono giorni di lutto nazionale. Nei tram, nei treni, nei caffè, tutti erano silenziosi. Il popolo italiano, di solito espansivo e loquace, non poteva trovare come mezzo per protestare contro la politica del suo dittatore altro che un cupo silen– zio. Il Ministero delle Informazioni britannico avrebbe dovuto appro– fittare di una siffatta situazione per cercare di conficcare un cuneo fra il re– gime fascista da un lato, e l'esercito e il popolo italiano dall'altro. Avreb– be dovuto dire, tanto ai soldati, quanto alla popolazione civile, che era mera follia morire al servizio di un dittatore criminale e balordo; che, rifiutandosi di combattere in una guerra disonesta e mal preparata, al co– mando di generali incompetenti, avrebbero dato prova 1 di senso comune e di previdenza, e che essi avrebbero dimostrato ancora maggiore buon sen– so e maggiore previdenza, rivoltandosi contro i loro capi militari, facendo– ne giustizia sommaria e marciando su Roma. per farla finita col dittatore e con i suoi compari. Invece, il Ministero britannico delle Informazioni prefed ridere della codardia degli italiani. Mussolini sfruttò questa idea balorda a proprio vantaggio. Egli .riusd 195 16 __ lioteca Gino Bianco

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