Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America resteranno con lui finché sarà loro possibile. Soltanto il giorno in cui crol– lasse la forza militare nazi-fascista dopo aver avuto conferma dell'appoggio dei loro buoni amici inglesi e americani filofascisti costoro inscenerebbero una finta rivoluzione per restare padroni dell'Italia. 3. Propaganda Dopo la guerra lampo del generale Wavell in Libia nella primavera del 1941 c'erano occasioni propizie per la rieducazione democratica dei prigionieri italiani nel Vicino Oriente. Molti di questi png10nieri, non solo soldati semplici, ma anche ufficiali, erano stufi di Mussolini. Essi applaudivano in comizi improvvisati gli oratori antifascisti. Fra di loro si · diffuse l'idea che si sarebbe dovuta costituire una legione antifascista. Inizialmente le autorità locali britanniche favorirono questo piano e separa– rono i prigionieri antifascisti da quelli fascisti. Un migliaio di soldati e no– vantadue ufficiali, incluso un colonnello, erano già stati raccolti. A questo punto, però, eseguendo ordini venuti da Londra, gl'inglesi misero di nuovo insieme soldati fascisti ed antifascisti sotto il controllo di ufficiali e cap– pellani fascisti, L'idea di formare una legione di volontari antifascisti fra i png10- nieri di guerra italiani, non era nata solo fra i prigionieri di guerra in Egitto. Il New Statesman di Londra del 17 maggio 1941 pubblicava la seguente nota: Che cosa dobbiamo fare dei nostri prigionieri di guerra il cui numero si avv1cma ora piu ai 200.000 che non ai 150.000 uomini? Essi sono completamente delusi del re– gime fascista, ma la maggior parte di essi è affatto ignara di politica. È mai passato per la mente delle nostre autorità militari che potremmo aiutarli a rieducarsi? I piu intelligenti fra loro gradirebbero molto dei libri per aiutarli a far passare il tempo del– la loro lunga prigionia. Un mio amico italiano, uno dei piu abili avversari del fasci– smo fin dai suoi primordi, ha fatto una proposta che raccomanderei a Whitehall. 10 È quella, cioè, che si dovrebbero ristampare per loro uso, naturalmente in italiano, alcuni buoni libri che varrebbero a ricordare loro le libere tradizioni della loro patria... Ciò varrebbe ad iniziare il processo di rieducazione. Probabilmente è eccessivamente ottimi– stico considerare questi prigionieri come parte di una legione italiana libera o gari– baldina, ma forse troveremmo in essi del materiale umano politico molto utile se c'è l'intenzione di promuovere un giorno una rinascita democratica in Italia. I preti che ?ra li assistono, non indirizzeranno certo le loro menti in questo senso. Presumibilmente alcuni mesi di preparazione morale ed intellettuale bene organizzata avrebbero persuaso un numero sufficiente di questi uo– mini a formare una legione antifascista. Nessuno avrebbe preteso che essi causassero la vittoria delle Nazioni Unite. Sarebbero stati utilizzati in ope– razioni militari, allo scopo di conferire ad essi prestigio come effetto del 10 È evidente che l'amico italiano dell'articolista del "New Statesman and Nation 11 era lo stesso Salvemini. 192 BibliotecaGino Bianco

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