Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America il Governo italiano vacillerà nella sua fedeltà all'alleanza tedesca sarà un momento doloroso, perché sarà anche il giorno nel quale la invisibile occupazione germanica diventerà interamente visibile, e sarà seguita da una ben meritata "epurazione" nel migliore stile hitleriano. Infine, che cosa offriranno il Foreign Office britannico e il Diparti– mento di Stato americano al Re, al Principe ereditario e al loro seguito, se essi decidessero di staccarsi da Hitler? Nel numero del 7 novembre 1942 il New Statesman and Nation 6 di Londra deplorava i sinistri pro– getti tipici di "certi circoli influenti" in Gran Bretagna, i quali sostengono che, dopo che gli alleati avranno vinto la guerra, la logica politica della Gran Bretagna sarà quella di creare un nuovo equilibrio delle forze nel Me– diterraneo rafforzando alcune delle piu piccole nazioni alleate ed indebo– lendo, o addirittura smembrando l'Italia. Il New Statesman and N ation osserva saggiamente: "Ascoltando alcuni di questi progetti di ricostruzione europea, par di tornare al diciottesimo secolo~quando i diplomatici soleva- f . l'E " no are a pezzi uropa. Chi desideri avere qualche sentore di queste idee settecentesche non ha che da leggere un articolo di fondo apparso nel Nineteenth Century and After 1 del novembre 1942: Non c'è bisogno di una eccezionale perspicacia per capire quale dovrebbe essere la politica estera britannica, e cioè quella dell'equilibrio delle forze ... Lo scopo delle ope– razioni degli Alleati contro l'Italia dovrebbe consistere in una pace separata alle condi– zioni piu moderate possibili. Naturalmente essa deve venir disarmata, deve ritirarsi dai Balcani e cedere l'Istria (con Trieste, Fiume e Pola) alla Jugoslavia. Deve restituire alla Grecia le isole del Dodecanneso. Deve cedere l'isola di Pantelleria per ragioni strategiche. Ha già perduto l'Abissinia. Il futuro della Libia e della Cirenaica deve essere determi– nato soprattutto dalle esigenze della strategia mediterranea britannica... Non dovrebbero esserle inflitte eccessive umiliazioni, o indennità di guerra. È vero che se l'Italia volesse concludere una pace separata, i tedeschi non glielo permetterebbero. Ciò nondimeno, la certezza di una pace a condizioni moderate, basterebbe a provocare un'incrinatura tra Berlino e Roma ... L'equilibrio dell'Europa e la sicurezza del Mediterraneo esigono una Jugoslavia forte, che disponga di basi navali, e di una flotta che le assicuri la supre– mazia nell'Adriatico ... La Jugoslavia e la Grecia dovrebbero infine ricevere una parte considerevole della flotta e dell'aviazione italiana come condizione di pace e dovrebbero esser messe in grado di utilizzare i cantieri navali italiani almeno per un certo pe– riodo di tempo, affinché possano esser gettate le basi di una potenza marittima balcanica, quale ausiliaria di quella britannica [corsivo nostro]. . Si presume che gli italiani dovrebbero esser grati per queste "condi- zioni moderatissime" e felici che la Gran Bretagna non abbia chiesto di piu. Simili idee non sono coltivate soltanto in Inghilterra. Il New York Times, in uno dei suoi articoli di fondo del 1° novembre 1942, osservava come esista un problema "concernente i confini italiani, e specialmente quelli che furono oggetto di contestazione con la Jugoslavia." Se il New York Times ci avesse detto che ad oriente di Gorizia, di Trieste e ael- 188 6 Settimanale londinese, organo degli intellettuali laburisti cli sinistr~. 7 Rivista conservatrice, nell'ante~erra filofascista. BibliotecaGino Bianco

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