Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia mentre alla fine di maggio Mussolini chiedeva territori a Lavai, il Re e suo figlio, il bell'Umberto, si recavano ad ispezionare le truppe ammassate al con– fine francese. Chiunque non sia del tutto ignaro delle cose italiane, sa che il pro– blema che dovrebbero affrontare il Re e il Principe ereditario, e uomini come Badoglio e Grandi ed altri come loro, non potrebbe essere pronta– mente risolto nemmeno se per miracolo (e ci vorrebbe davvero un miracolo, nessuno di loro essendo noto per il suo coraggio) dovessero trasformarsi da un momento all'altro in uomini di spirito indipendente, e dovessero rom– perla con Hitler e con Mussolini. Un dittatore come Mussolini non può venire messo in stato di accusa e restituito a vita privata, come può esserlo il Presidente di un paese democratico. Egli non può nemmeno riparare al– l'estero, poiché nessun paese lo vorrebbe accogliere. Egli deve o rendersi invulnerabile nel proprio paese o venir giustiziato, e qui è il difficile! Il duce è protetto dalla sua polizia segreta. Il suo tallone d'Achille sarebbe un complotto militare contro di lui. In seguito ad' un simile colpo di stato militare l'intero partito fascista potrebbe essere disciolto. Ma una cospira– zione militare, che avesse forza sufficiente per riuscire contro il partito fa– scista, potrebbe venir realizzata soltanto se l'iniziativa venisse presa dai capi dell'esercito. Ma vorranno essi prendere una tale iniziativa? A questi capi militari, che sono stati per vent'anni i complici neces– sari dei ,delitti di Mussolini, viene ora detto che possono ancora rifugiar– si in grembo a Churchill e Roosevelt. Sarebbero davvero sciocchi se, ammesso che avessero accarezzata l'idea di romperla con Mussolini, lo fa– cessero prima che il loro capo fosse completamente sconfitto. Finché esi– ste una qualche possibilità ch'egli possa doppiare questo "capo delle tem– peste" sotto l'ombrello di Jiitler, chiunque si separasse da lui correrebbe immediatamente dei gravi rischi senza alcuna garanzia di futuri vantaggi. Preferiranno perciò attendere e vedere un po' come si mettono le cose. In qualsiasi momento essi decidessero di abbandonare la nave che affonda, sarebbero accolti a braccia aperte nel nostro campo. Chiunque sia il vin– citore, si può essere sicuri che i capi militari dell'Italia se la caveranno salvando la loro pelle e i loro posti. Essi potranno persino essere scelti quali dittatori dell'Italia nel dopoguerra. La sorte dei gangsters ·è diven– tata in tutto il mondo molto comoda, grazie alla paura di una rivoluzio– ne che accieca i capi dei popoli amici della libertà. Si aggiunga a tutti questi fatti la ovvia verità che l'Italia non è piu una nazione indi pendente. "Consiglieri" politici nazisti, "coordinatori" economici, "missioni militari," "camerati d'armi," "dirigenti" ferroviari, "esperti" di ogni genere e "agenti" della Gestapo, controllano tutti i punti piu vitali, ed anzi, ogni punto vitale dell'Italia. Vi sono in Italia non meno di 300.000 soldati tedeschi, e 300.000 operai italiani lavorano nel– le fabbriche tedesche e sono altrettanti ostaggi nelle mani di Hitler. L'Ita– lia è, non meno della Francia, un paese occupato dai tedeschi. La Fran– cia ha Pétain e Lavai, l'Italia ha il suo Re e il suo Duce. Il giorno in cui 187 BibliotecaGino Bianco

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