Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America il Principe ereditario fosse diventato improvvisamente antifascista ed anti– nazista e, anzi, che nel suo intimo fosse sempre stato tale, e che, di con– seguenza, i capi fascisti in Italia stavano esercitando ogni pressione per impedire al vècchio Re di abdicare, "sapendo molto bene che, ove gli fosse successo il Principe ereditario, questi avrebbe indirizzato immediata– mente un proclama al popolo per tentare di fare la pace." Saremmo ben lieti di poter dire, a questo punto, che le soluzioni del problema italiano suggerite dal Foreign Offi'ce britannico sono state respinte dai diplomatici che dirigono il Dipartimento di Stato americano. Fin dal principio, la democratica America ha guardato dall'alto in basso re e dit– tatori, e adesso è scesa in guerra per preservare per sé e assicurare agli altri popoli le quattro libertà essenziali per una vita democratica. Si rimane quin– di tanto piu perplessi quando si scopre che la linea politica seguita dai tori·es inglesi nei riguardi dell'Italia, è stata piu o meno adottata dal Di– partimento di Stato. Queste non sono nostre fantasticherie oziose: ci sono ampie prove che, per quanto concerne il problema italiano, Londra e Washington hanno identiche vedute, e che hanno deciso il futuro _dell'Italia in pieno ac– cordo. Come vedremo piu dettagliatamente in seguito, il nostro Dipartimento di Stato condivise pienamente la convinzione dei Governi inglese e france– se che Mussolini sarebbe rimasto un non-belligerante, e che non avreb– be mai seguito Hitler sui campi di battaglia. Delusi, dopo il giugno 1940, in questa aspettativa, essi si aggrapparono alla speranza di concludere una pace separata collo stesso Mussolini. La stampa americana, che riflette, piu o meno, le vedute dei nostri circoli diplomatici, accarezzava ancora nel 1942 questa speranza. Infatti, il Chicago Daily News del 25 aprile 1942 ci disse che "soltanto mediante una pace separata... Mussolini può spe– ·rare di salvare se stesso, o quanto è rimasto del suo regime." Venne poi la storia fantastica che si lesse nel New York Times del 17 Maggio 1942, di un gruppo di fascisti che avevano progettato di rapire Mussolini, perché temevano che egli fosse solo moderatamente filotedesco. Probabilmen– te quest'ultima divertente invenzione fu opera di un fascista spiritoso che voleva farsi beffe del credulo pubblico anglosassone. Le operazioni militari nell'Africa del Nord, e il compromesso che lasciò "le autorità di Vichy," cioè Darlan, a capo di quel governo, fecero sor– gere immediatamente nuove speranze che l"' atmosfera romana" potesse risentire gli effetti benefici dell'atteggiamento degli Alleati. Il 27 novembre 1942, il Dai'ly Maif di Londra osservava: L'ultima circostanza (la nomina di Darlan) è destinata a suscitare segrete indu– zioni qui (a Londra), e H (a Roma). Se le cose volgessero al peggio, non potrebbe for– se essere salvata una parte del sistema fascista abbandonando al loro destino Mussolini, magari col suo stesso consenso, e la parte filotedesca d~l partito? Se Bisenhower riu- 2 Il quotidiano inglese filofascista di Lord Rothermere. 182 .. BibliotecaGino Bianco

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