Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America spaccatori di capelli hanno reso un utile servizio, se col loro tentativo "di intorbidare il presente ed il futuro," hanno obbligato lo stesso Presi– dente Roosevelt ad uscire dalla nebbia che circonda la nostra politica estera, e a fare· franche dichiarazioni sui regimi fascisti. Il Governo è stato molto criticato, tanto qui che in Gran Bretagna, a causa dell'affare Darlan, e a causa di tutta la politica adottata nell'A– frica del Nord dal comandante americano della spedizione. Quelle misure, secondo i portavoce del Governo, erano giustificate da ragioni di conve– nienza militare, e avevano il carattere di accorgimenti temporanei. Informa– zioni provenienti da varie fonti sembrano giustificare, almeno in parte, que– sta dichiarazione ufficiale, e fornire argomenti per dimostrare che i servizi di Darlan e di altri uomini di Vichy furono effettivamente utili per rispar– miare ulteriore spargimento di sangue nell'occupazione dell'Africa del Nord· • fatta dalle truppe americane e britanniche. Se c'era, o meno, qualche altro modo ,di superare gli ostacoli che il nostro esercito doveva affron– tare, o se, venendo a patti e accettando i servizi di Darlan e dei suoi successori, abbiamo finito col pagare un prezzo molto piu alto, e fatto piu concessioni di quanto sarebbe stato saggio di fare, sono problemi che devono restare insoluti per il presente, finché il popolo americano rimarrà all'oscuro · sugli. eventi che si svolgono dietro le scene nell'Africa del Nord. Non si può negare che l'affare Darlan-Peyrouton abbia avuto una enorme ripercussione, non soltanto negli Stati Uniti, ma fra gli altri popoli che rimasero sorpresi dalla facilità con cui si venne ad un compromesso col fascismo, durante il primo sbarco di forze americane sulle sponde del Mediterraneo. L'esperimento nordafricano fu considerato come un modello da imitarsi altrove, in un prossimo futuro. Un giornalista di Washington, Kingsbury Smith, che sembra godere la fiducia del Dipartimento di Stato, aveva aggiunto esca al fuoco, quando in un articolo pubblicato nell'A– merican Mercury del novembre 1942, dichiarò che le nazioni europee avrebbero dovuto aspettarsi non un immediato ritorno alle forme democra– tiche di governo, ma un lungo periodo transitorio di semidittatura. In seguito, nel febbraio del 1943, questo stesso giornalista, sempre nell'American Mercury, disse al pubblico americano - che era rimasto urtato dal compromesso con Darlan - di rassegnarsi a ricevere altri e piu forti colpi dello stesso genere collo svilupparsi della campagna di Europa. Quasi nello stesso tempo in cui a Darlan veniva concesso di conser– vare il controllo dell'Africa del Nord, il Ministero della Guerra accetta– va, riconoscente, un'offçrta fatta da Ottone d'Asburgo, il pretendente au– striaco, di formare e guidare una Legione austriaca, che doveva essere re– clutata negli Stati Uniti tra cittadini austriaci e cittadini americani di ori– gine austriaca. È ovvio che il Ministro della Guerra non avrebbe potuto fare una mossa del genere senza il consenso del Presidente, e non è meno ovvio che il riconoscimento di Ottone di Asburgo, quale capo di una 178 BibliotecaGino Bianco

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