Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia Come riconoscono oggi pienamente gli strateghi militari, la parte avuta dai fascisti nelle vittorie naziste non va sottovalutata. L'opinione pubbli– ca americana è stata assai male informata su questo punto da una campagna di stampa superficiale e a volte infantile, che ha tentato di mettere in ridicolo e in caricatura non solo Mussolini ma l'intero popolo italiano. Per capire quale capitale importanza abbia avuto per Hitler l'al– leanza con l'Italia basterebbe considerare quanto sarebbe diversa la situa– zione bellica per le Nazioni Unite se l'Italia si trovasse dalla loro parte. Come sempre, i figli delle tenebre sono stati piu furbi dei figli della luce. Prima di iniziare la loro marcia distruttrice, i nazisti si assicurarono in pri– mo luogo l'alleanza e l'appoggio dell'Italia come condizione necessaria della loro vittoria, ed in secondo luogo, l'alleanza e l'appoggio del Giappone che ha in Estremo Oriente una posizione pressoché analoga a quella dell'Italia in Europa. La storia c'insegna che il primo grande errore fatto dalla diplomazia delle nazioni democratiche fu quello di avere appoggiato ed acclamato l'avvento del regime fascista in Italia, e di non aver capito che cosf fa– cendo esse favorivano lo sviluppo .dei germi di una malattia letale che col tempo avrebbe minacciato la loro stessa esistenza. Ricordiamo ancora con dolore il senso di sbigottimento da noi pro– vato quando fummo testimoni dell'ondata di entusiasmo per il fascismo e per Mussolini che travolse questo paese e si diffuse specialmente tra le classi dirigenti sociali, religiose e politiche di America. Ricordiamo ancora come in quei giorni cercammo di aprire gli occhi del pubblico americano circa la vera natura e i veri scopi del fascismo, ma fummo considerati come degli squilibrati inaciditi o, nella migliore delle ipotesi, come degli utopisti. Abbiamo buone ragioni per ritenere che ancora oggi, a piu di tre anni dallo scoppio di questa guerra, vi siano ancora dei considerevoli settori dell'opinione pubblica americana a cui le tracce del vecchio mito fasci– sta annebbiano la visione del futuro. Sembra che finanche nelle alte sfere politiche, sia qui in America che in Inghilterra, perduri l'erronea concezione che l'Italia fascista abbia fatto un solo errore, quello di porsi a fianco di Hitler anzichè dalla parte delle nazioni democratiche. Come mai ci si potesse attendere che il fascismo divenisse un alleato della de– mocrazia, è uno dei tragici misteri della odierna diplomazia dei paesi democratici. È ovvio cht se i piani per la ricostruzione e riorganizzazione del– l'Italia nel dopoguerra saranno fatti partendo da queste premesse, bisognerà affidare a quelle stesse forze reazionarie che hanno portato il fascismo al potere il compito di governare la nuova Italia e di collaborare colla futura nuova organizzazione internazionale per preservare le libertà demo– cratiche, la pace e la prosperità. In qual modo gli autori di un simile piano per l'Italia possano aspettarsi che gli elementi e le forze che so– stennero il fascismo impieghino la loro energia per la pacificazione interna 169 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=