Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America I off the record ossia tale "da non essere citata" secondo l'espressione che usano i giornalisti? E se la frase non era nel testo perché e da chi fu aggiunta nella trasmissione all'Italia? Fu interpolata da qualcuno dello Sta– te Department o da qualcun altro a Londra con o senza il consenso del Presidente Roosevelt? Sembra incredibile che qualcuno possa aver manipolato il testo ufficia- le del discorso del Presidente. Perciò, o la notizia data dalla radio di Al– geri è del tutto falsa, o il Dipartimento di Stato teme tanto la reazione sfa– vorevole del pubblico americano a qualsiasi tentativo fatto per salvare la Casa di Savoia, da ricorrrere a quei metodi di inganno del pubblico che sono caratteristici dei regimi fascista e nazista. Finché non vi sarà una smentita, abbiamo il diritto di chiederci se Churchill e Roosevelt, men– tre chiedono la resa a discrezione "militare" non stiano trattando con Pio XII • un qualche compromesso "politico" destinato ad essere attuato subito dopo che la resa "militare" avrà avuto luogo, domani o fra sei mesi. Il presidente Wilson fece la guerra perché la democrazia si affermasse in tutto il mondo. Il Presidente Roosevelt sta forse facendo questa guer– ra perché il Vaticano si affermi in tutta l'Europa? "Th F . f F . " 1 e ruzts o asczsm Matthews era un ammiratore entusiasta di Mussolini e del regime fa– scista al tempo della guerra etiopica, e la sua ammirazione era ancora viva alla fine del 1937, quando l'intervento di Mussolini in Spagna stava rac– cogliendo quei frutti che tutti ricordano. Ora, nel 1943, Matthews ci dice che fu la guerra civìle spagnola ad insegnargli "che cosa signifi– casse realmente il fascismo, e come potesse e dovesse essere combattuto." Questo libro è il risultato di quella conversione. Talleyrand usava dire che soltanto gli sciocchi non cambiano mai opinione. Ma c'è una pecca in questa storiella. Matthews non ci dice che, sebbene fosse già nemico del fascismo quando nel 1939 si recò dalla Spa– gna in Italia in qualità di corrispondente del New York Times, egli a Roma, negli anni 1939-40, non si comportò da osservatore indipendente (non diciamo da antifascista) ma si acconciò alla funzione di rimasticatore della "pappa" che il cosiddetto "Ministero della Cultura Popolare" scodel– lava· a lui e agli altri giornalisti suoi pari. 1 "The New Republic, 11 22 novembre 1943. Recensione del libro The Fruits of Fascism di HERBERT L. MArnmws, New York, Harcourt, Brace and Company, 1943. 158 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=