Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America sticare chi sarà il Presidente degli Stati Uniti nel 1945? E possiamo pre– dire quel che sarà l'Inghilterra nel 1945? Chi può descrivere oggi quel che sarà la Quarta. Repubblica francese di domani? Lo stato d'animo degli italiani è suscettibile in questo momento di con– tinui mutamenti. L'estate scorsa la maggior parte degli italiani erano av– viliti, disperati, in uno stato che si poteva definire di "coma politico." Soltanto delle minoranze ostinate erano pronte a farsi avanti alla prima oc– casione. I successi militari russi hanno mutato il quadro. Una persona che l'autunno scorso ha visitato tutta l'Italia ha detto che il 98% de– gli italiani erano contro Mussolini e il 75% di loro erano favorevoli alla Russia. aò non significa che "fossero tutti diventati bolscevichi." Signi– fica soltanto che hanno visto venire un raggio di speranza dalla Russia. Se non ci sarà nessun altro ad aiutarli, gl'italiani saluteranno l'esercito russo come l'esercito liberatore; ma se gl'inglesi e gli americani solleveranno gl'ita- • liani dalla difficile situazione in cui si trovano, conquisteranno non solo il loro territorio, ma anche il loro cuore. Perciò il comportamento delle "masse'' italiane, dipenderà in gran parte dagli alti e bassi e dal risultato fi– nale delle operazioni militari. E quindi, se mi si chiedesse di fare delle previsioni sui futuri sviluppi in Italia, io me ne asterrei, se non altro per il motivo che gli avvenimenti futuri dipenderanno in massima parte da quel– lo che intendono fare il Foreign Office inglese e lo State Department americano. III Quello che faranno gli italiani o gli altri popoli europei ad occidente della Russia quando crollerà il regime nazifascista, dovrebbe essere affar loro e non degli inglesi e degli americani. È tempo che in Inghilterra ed in America la gente smetta di chiedersi che cosa faranno gl'italiani, e di vo– ler insegnare loro che cosa dovrebbero fare. Inglesi e americani dovrebbe– ro piuttosto cominciare a preoccuparsi di quello che dovrebbero fare i loro paesi se intendono rimanere fedeli a quei principi democratici di cui si di– chiarano custodi. Se gli italiani non sapranno approfittare delle possibilità che offrirà loro l'occupazione degli eserciti alleati, noi potremo dolercene, ma potremo anche poter sempre dire: "abbiamo fatto del nostro meglio; non possiamo essere incolpati di nulla." C'è un solo avvertimento che bisogna dare agl'italiani, cosa che del resto si sta già facendo: che cioè essi non potranno provocare un'altra guerra. Saranno disarmati e mantenuti in stato di disarmo. Ma una volta privati della Marina, dell'Aviazione, dei carri armati e dell'artiglieria, e messi nell'impossibilità di provocare un'altra guerra, essi dovranno poter fare quel– lo che vorranno nella loro politica interna. Sfortunatamente tutto quello a cui assistiamo fa pensare che il Fo– reign Offi'ce inglese e lo State Department americano non sappiano che far– sene nella loro politica estera dei principt di Jefferson, Lincoln e Wilson. 148 BibliotecaGino Bianco

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