Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione za americana da uomini senza scrupoli, da agenti consolari, insegnanti, gior– nalisti, radiocommentatori, e da preti cattolici, aveva già dato i suoi frutti durante la guerra di Etiopia, quando molti italo-americani pervasi da fre– nesia nazionalistica avevano acconsentito a donare oro alla patria lontana, e durante la guerra civile di Spagna, quando un buon numero di italo-americani erano stati indotti a simpatizzare per i nazionalisti spagnoli. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, i fascisti di America si adoperarono a rafforzare l'opera dei gruppi isolazionisti e neutralisti raccolti intorno all'America First Commitee con centro a Chicago, contrari a fornire aiuti alle democrazie occidentali per paura che gli Stati Uniti potessero essere coinvolti nel confiitto. Salvemini i'niziò una campagna di stampa tendente a mettere z·n guar– dia i governanti americani circa il pericolo costituito dalla frenesia isolazio– nistica degli agenti fasci'sti in un momento in cui le democrazie occidentali erano i'mpegnate in un duello mortale con Hitler. Al tempo stesso si adoperò colla consueta pazienza e tenacia a rettificare gli errori dei corrispondenti che si occupavano di cose italiane nel New York Times i quali spesso accetta– vano e diffondevano acriti'camente fatti cifre e i'nterpretazioni ad essi for– nite dal fascista Mi'nistero della Cultura Popolare. Herbert Matthews era an– cora filomussoliniano. La Anne O'Hare McCormick rifietteva il punto di vista e le speranze dei circoli vaticani·. Salvemim' ammirò la consumata abilità con cui Roosevelt seppe guidare l'opi'nione pubblica del suo paese riuscendo a scuoterla dal letargo isolazz·o– m'sta e a farle comprendere che era vitale interesse degli' americani aiutare con tutte le loro forze Francia e Inghilterra che resistevano· all'Asse. Il periodi'co di cui si servz in quegli anni per le sue campagne contro i fascisti di Ameri'ca e per le sue polemiche contro gli arti'colisti del New York Times fu il mensile Il Mondo di New York diretto dal socialista Giu– seppe Lupis, il quale seppe riunire intorno a quella rivista di'versi intellet– tuali antifascisti' emi'grati negli Stati Unùi, specie dopo il giugno del 1940. Vi collaborarono allora, fra gli altri, oltre a Salvemini, che da solo riempz ogni mese con pezzi anom'mi o con articoli firmati diverse colonne della ri– vista, Sforza, Sturzo, Borgese. Nell'estate del 1940, dopo il crollo della Franci'a, maturò nella mente di Salvemi'ni l'idea di costituire un' associazi·one che riunisse gli' antifascisti democratt'ci che vivevano negli Stati Uniti. Scopi della nuova organizzazione dovevano essere la diffusione d'infor– mazioni sulle reali condizioni dell'Italz'a sotto la dùtatura fascista divenuta vassalla della Germam'a nazista; la lotta contro le attività fasciste in Ameri– ca e la rettifica delle false informazioni fornite ai· gruppi italiani degli Stati Uniti; un lavoro di' rieducazione democrati·ca di quegli' italo-ameri'cani i quali erano stati ingannati dai propagandùti fascisti; e infine una campagna di– retta all'opinione pubblz'ca americana in favore del sorgere in Italia di una Repubbli'ca democratica dopo il crollo del fascismo. Solo coloro che accet– tavano gli ideali e i· metodi democratici' potevano essere soci della nuo- XIII E 2 otecaGino Bianco

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