Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America A questo punto, sorge un altro problema. Chi organizzerà la forza di polizia internazionale? La risposta è a portata di mano, o per meglio dire l'avremmo, se i capi delle nazioni che combattono ora contro la Germania, l'Italia e il Giap– pone fossero disposti a rinunziare all'idolo sacro della "sovranità naziona– le" illimitata. Non vi è altro che questo tabu il quale impedisce ai diri– genti americani, britannici, cinesi e russi - che chiameremo il gruppo A.B.C.R. - d'impegnarsi fin d'ora a rispettare il principio dell'arbitrato in ogni eventuale controversia, dopo la fine dell'attuale guerra. Solo i pre– giudizi e la cattiva volontà impediscono ai capi del sistema A.B.C.R. di for– mare fin d'ora il primo nucleo della forza di polizia sovranazionale. Potrebbero cominciare ora a reclutare volontari tra quegli ufficiali e sol– dati semplici che si trovano oggi sotto le bandiere delle varie Nazioni - Unite, e che sarebbero disposti a entrare nelle file della forza di polizia non appena le forze di occupazione anglo-americane avessero adempiuto il compito immediato di occupare e disarmare le nazioni vinte. Aggiungo che i primi reparti della forza di polizia sovranazionale non dovrebbero essere tratti dalle cosiddette grandi potenze, ma dalle potenze minori europee come la Svizzera, l'Olanda, i paesi scandinavi, che hanno sempre offerto . ai pesci grossi l'esempio di un comportamento civile. L'America e l'Inghilterra dovrebbero prendere ora l'iniziativa. Senza dubbio la Russia e la Cina le seguirebbero, e le nazioni minori aderirebbero. Si dovrebbe lasciare la porta aperta anche a quelli che sono ora i no– stri nemici, dopo che abbiano dato prova che vogliano sinceramente en– trare a far parte del nuovo assetto mondiale. Questo piano diverrebbe un'arma efficace della nostra propaganda poli– tica contro le potenze dell'Asse, poiché susciterebbe nelle loro popola– zioni speranze di un futuro migliore, odio della presente situazione disgra- ziata e un impulso ad abbandonare i loro capi. · Ripeto che nulla altro al di fuori di pregiudizi e di cattiva volontà, impedisce che questo piano sia immediatamente annunciato, messo in ope– ra, e fatto funzionare. Ci vien detto giorno e notte che l'unica chiave per ottenere la pace mondiale è la collaborazione anglo-americana. Anzi, vi sono organizzaziop.i che sostengono un governo mondiale dotato di una costituzione eh~ vie– ne definita, con cura pedantesca, in tutti i suoi dettagli e le sue minuzie. Ma nessuno incomincia una campagna per dirci che l'America e l'Inghil– terra dovrebbero fin d'ora impegnarsi permanentemente a sottoporre ad arbi– trato le loro controversie; che dovrebbero fin· d'ora organizzare un primo nucleo della forza di polizia della pace; e che dovrebbero chiedere fin d'ora ai paesi minori di divenirne membri in condizione da parità. Nessuno ci dice che sognando piani e ambiziosi progetti che vanno di gran lunga al di là delle possibilità immediate, mentre trascuriamo i compiti piu mode– .sti e piu realizzabili, ci stiamo sottraendo alle nostre responsabilità vere, e stiamo aiutando e sostenendo coloro che intendono sfuggire ai problemi 122 BibliotecaGino Bianco

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