Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America "nationhood" adoperata da Mr. Berle in quello che avrebbe dovuto es– sere il punto culminante del suo discorso. Gentili riconobbe che io avevo avuto ragione quando gli avevo detto che non era possibile cavar sangue dalla rapa americana piu che dalla rapa inglese. Ma ora egli aveva un'altra speranza. Sperava cioè che coll'aiuto del Governo americano sarebbe stato possibile impiantare nel Nord Africa una radio, per modo di dire clandestina, dalla quale un gruppo di amici nostri avrebbe fatto propaganda rivoluzionaria verso l'Italia. "Ottima idea," dissi io. "Se fosse possibile fare un lavoro di questo ge– nere col consenso del Governo americano, ci starei anch'io. Ma non ve lo permetteranno. La propaganda americana verso l'Italia non può uscire da certi binari obbligati: dare addosso a Mussolini, ma non toccare il Re, non toccare i generali, non parlare di rivoluzione; insomma 'fascismo anglo-sas- , sone senza Mussolini' invece di 'fascismo tedesco con Mussolini."' "P " rovare non nuoce. "P . d 1b " rova pure, ma non caverai un ragno a uco. Alcuni giorni dopo, Gentili venne a trovarmi a Cambridge: "Ella ave– va ragione. Ha avuto piu ragione di quanto Lei non s'immaginasse. Non c'è nulla da fare." Questi sono i fatti quali risultano a me personalmente. Su essi io credo di poter fondare le seguenti illazioni: 1. Gentili venne negli Stati Uniti per operazioni commerciali certamente desiderate dal Governo inglese; ma se le sue attività politiche si ridussero a quelle che sono note a me, non c'è motivo di definirlo un "agente in– glese," intendendo con questo "agente della politica inglese." Egli era sem– plicemente un uomo che si illudeva di poter fare politica utile all'Italia, e dové riconoscere che l'aria di Washington non era piu propizia che l' a– ria di Londra. 2. Salvo che Gentili mi abbia mentito - e non crederò a questo fin– ché non ne abbia prove convincenti - egli non solo non fece nessuna cessione né di Gorizia, né di Trieste, né dell'Istria, ma dichiarò che su quei territori nessuna discussione sarebbe stata mai accettata da nessun cit– tadino italiano e da nessun cittadino americano di origine italiana che non avesse perduto ogni senso di onore; 3. che è nata una strana confusione fra l'idea di una "radio clandesti– na" e l'idea di un "Consiglio Nazionale," e che Gentili non parlò mai di formazione di un "Consiglio Nazionale"; 4. che qualcuno ha voluto creare confusione e malanimo mettendo in circolazione notizie inesatte sulle pretese cessioni territoriali fatte da Gen– tili e su un suo preteso tentativo di mettere su un Consiglio Nazionale. Tutti coloro che conoscono in tutto o in parte questa storia, fareb– bero bene a mettere le carte in tavola, astenendosi dalle mezze affermazioni che vogliono essere diplomatiche e servono semplicemente a intorbidare le acque e moltiplicare i miasmi pestilenziali. 112 BibliotecaGinoBianco

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