Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America tarla e farla rispettare. Chi vince una guerra può fare quel che gli pare e piace. Ma una sola cosa non può fare. Ottenere àlla propria iniquità il consenso degli uomini di onore. Gli antifascisti italiani debbono rifiutare ostinatamente _qualsiasi cooperazione ad una politica anglo-americana che tradisca i princip1 della giustizia internazionale. Nessuno fra essi deve dare la sua fuma a un trattato di pace che violi quei principt Se i Go– verni di Londra e di Washington hanno bisogno di traditori, ne trove– ranno quanti vorranno nella famiglia reale e nei generali fascisti. Non deb– bono andarli a cercare fra gli antifascisti. E i cittadini americani di origine · italiana debbono secondare con tutte le loro forze la resistenza degli .antifa– scisti ·d'Italia. Cosft operando noi serviremo neilo stesso tempo l'America e l'Italia. Operando diversamente, noi tradiremmo nello stesso tempo l'America e l'Italia. "Questi problemi locali italiani fanno parte del problema generale eu– ropeo. Non possono essere affrontati e risoluti se non nel quadro generale europeo. "Questo è un errore assai pericoloso. Chi non vuole risolvere un proble– ma locale, ne rimanda la soluzione al momento in cui saranno risolti tutti i problemi generali. Bisogna che ognuno risolva i suoi problemi senza aspet– tare quel_che faranno gli altri. Se nello stesso tempo gli altri risolveranno i loro problemi, tanto meglio per tutti. Se gli altri non li risolvono mentre noi risolviamo i nostri, tanto peggio per loro e tanto meglio per noi. Noi non abbiamo bisogno di aspettare la soluzione del problema cinese per sa– pere che la popolazione del Dodecanneso è greca, che non vuol saperne degli italiani e che i fascisti hanno compiuto delitti atroci a danno di quegli infelici per costringerli a cambiare lingua e religione. Invece di aspet– tare che sia risoluto il problema cinese per riconoscere che quelle isole han– no il diritto di andarsene colla Grecia, gli italiani dovrebbero riparare im– mediatamente i delitti commessi dai fascisti in quei territori. Se gli italiani che sono democratici sul serio e non a parole, prenderanno essi stessi l'i– niziativa di proporre le soluzioni giuste dove queste soluzioni mutano i con– fini non dico a danno dell'Italia, ma contro i pregiudizi nazionalisti e fa– scisti, allora acquisteranno il diritto morale di protestare contro ingiusti– zie dirette contro gl'italiani. Se essi scantoneranno con pretesti dilatori di– nanzi alla responsabilità di riconoscere onestamente e francamente il diritto altrui, rinunzieranno ad ogni forza morale nella difesa del diritto proprio. , Essendo stati militarmente sconfitti e per giunta essendosi messi al livello mo– rale dei mercanti di cavalli, su quale principio universale di diritto si appog– geranno? I vincitori possono fare i prepotenti e i furbi. I vinti debbono essere onesti e logici. Se rinunziano alla forza della onestà e della logica, mentre si trovano militarmente impotenti, hanno perduto moralmente ogni diritto di protestare. I fiorentini del Quattrocento dicevano che ai sot– tili cascano le brache. Se vorrete essere troppo sottili rimarrete senza brache." Gentili mi promise di non allontanarsi da queste basi nelle sue even- 110 I BibliotecaGino Bianco

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