Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America mili. Allora Sir Gerald Campbell non troverebbe alcun capo con cui nego– ziare ad eccezione di coloro che costituirebbero . il governo provvisorio della Repubblica Democratica Italiana. Dopo di ciò l'ordine dovrebbe e~ sere ristabilito, il che significa che gli eserciti di occupazione dovrebbero impedire che qualsiasi cricca irresponsabile estremista si impadronisse del potere, mentre al popolo dovrebbe esser dato tempo di organizzarsi di nuo– vo in partiti politici, per discutere i problemi che si presenterebbero e poi per scegliere il suo nuovo governo. Questa sarebbe la giusta linea da seguire; e gli Stati Uniti, nel farlo, non solo resterebbero fedeli alle proprie tradizio– ni, ma si guadagnerebbero l'amore e la gratitudine di tutti i popoli. L'incidente Gentil/ Aldo Garosci e Bruno Zevi, facendo il mio non1e nella dichiarazione pubblicata in Nazioni Unite, 4 febbraio, mi obbligano a mettere in chiaro la parte che io ebbi in quello che per brevità di espressione chiamerò "l'incidente Gentili." Io ho conosciuto Gentili dal 1925 in poi come attivo antifascista. L'anno scorso egli lavorò in Inghilterra in collegamento con un altro an– tifascista superiore ad ogni sospetto, il cui nome· deve essere lasciato nella penna per ragioni facili a comprendersi. Era statò in questo paese nel giu– gno del 1942 e vi ritornò nel novembre successivo. Quando venne a tro– varmi a Cambridge sui primi di novembre mi disse che l'esperienza di que– st'ultimo anno lo aveva convinto che nessuna cooperazione politica era pos– sibile fra il Governo inglese e chi intendesse lavorare per una libera Ita– lia in una libera Europa. Bisognava vedere se era possibile trovare la via per una cooperazione leale e dignitosa fra gli esuli italiani e il Governo degli Stati Uniti. lo gli risposi che non c'era nulla da sperare neanche dal Governo de– gli Stati Uniti. Ogni tentativo per fare capire a Washington il problema italiano e gli altri problemi europei, sarebbe stato vano. Gentili trovò che il mio pessimismo era esagerato. Ad ogni modo biso– gnava provare. Egli aveva modo di mettersi a contatto con un altissimo per– sonaggio. Bisognava non lasciarsi sfuggire quella opportunità d'azione. "Provare certo non nuoce," dissi io. "Ma bisogna andare alla prova 1 "Nazioni Unite," 18 febbraio 1943. "Nazioni Unite" era il settimanale della Mazzini Society, diretto allora da Alberto Cianca. 108 BibliotecaGino Bianco

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