Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Fascismo senza Mussolini l'opposizione ha sempre un capo, sotto una dittatura, qualsiasi capo o pos– sibile capo, sarebbe inviato all'altro mondo al suo primo apparire. Matteotti ha sperimentato questo destino. Invitare l'Italia a metter fuori un capo ora perché a Sir Gerald ne occorre uno con cui negoziare, è una irrisione, se un tale capo deve essere cercato fra coloro che hanno combattuto il fascismo durante questi venti anni mentre i ministri degli esteri inglesi fa– cevano viaggi a Roma per trattare con Mussolini. Dei leaders che sosti– tuiscano Mussolini non possono apparire prima del crollo del regime fasci– sta; essi sorgeranno allora fra coloro che si trovano sul posto. Ciò che Sir Gerald desidera è in effetti di negoziare con qualcuno che sia stato fra ·gli accoliti di Mussolini in questi anni felici. Il Conte Grandi, che era tanto popolare con il Cliveden set quando era· ambasciatore di Mussolini in Gran Bretagna, potrebbe essere un tale uomo. 4 Ma nessuna rivoluzione in Italia, per amor del cielo! Mentre si cantano serenate sotto le finestre di qualsiasi leader filofa– scista disponibile in Italia, il sottosegretario. Berle, nel suo discorso dell'l 1 novembre, ha esortato gl'italiani a "cacciare i traditori e gli stranieri che hanno condotto l'Italia sull'orlo della rovina" e ha ricordato loro che "la libertà non .è un dono, è una conquista che dovete fare da voi stessi." Finalmente qualcuno ha parlato di "traditori" al plurale e non di "un uomo e un uomo solo" e ha detto agli italiani che essi avevano dei doveri da compiere verso se stessi piuttosto che verso la Gran Bretagna e verso gli Stati Uniti. Se è assurdo incitare gl'italiani a sollevarsi prima che l'America e l'Inghilterra abbiano distrutto l'Asse, è cosa di buon senso dir loro che essi non meriteranno nessuna considerazione se non si guada– gneranno la propria libertà rivoltandosi quando avverrà il crollo della poten– za militare fascista. Ma come possono gl'italiani conciliare le esortazioni di Berle a ribellarsi con la ricerca di un leader ~i Sir Gerald Campbell? 5 In realtà, nessuno che abbia la testa a posto si deve aspettare che gli eser– citi di occupazione americano e inglese inizino o sostengano movimenti ri– voluzionari in qualunque paese sconfitto. Il loro compito sarà quello di distruggere le macchine militari nazista e fascista. Quello che accadrà durante tale distruzione nessuno può dirlo. Per quanto riguarda l'Italia, se io avessi l'abitudine di far colazione ogni mattina con l'Onnipotente - privi– legio di cui gode il Visconte Halifax - lo consiglierei a lasciare Mussolini, il Re e i loro consoci al proprio posto fino al momento in cui firme– ranno l'armistizio; solo allora, mentre gli inglesi e gli americani sarebbero im– pegnati nei loro compiti militari immediati, egli dovrebbe mettere in moto i gruppi clandestini antifascisti per fare giustizia sommaria di Mussolini, del Re, del Principe Ereditario, di Badoglio, di Grandi, dil Ciano e dei loro si- principali artefici della politica di appeasement dei dittatori. Nel 1941 fu nominato da Churchill ambasciatore d'Inghilterra negli S. U. e ricopri tale carica per cinque anni consecutivi. 4 Cliveden set era denominato quel gruppo di uomini politici inglesi favorevoli alla poli– tica di appeasement che soleva riunirsi nella tenuta di Cliveden della famiglia Astor. s Adolph Berle jr., giurista e professore universitario, fu uno dei componenti del "trust dei cervelli" di F. D. Roosevelt. Era allora uno dei sottosegretari americani agli Esteri. 107 BibliotecaGino Bianco

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