Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America ganizzazione del mondo descritto nell'American Mercury del novembre 1942, uno degli obiettivi americani è di "impedire lo sviluppo di rivoluzioni nei paesi sconfitti. 112 Sembra the l'articolo 3 della Carta Atlantica, che impe– gnava l'Inghilterra e l'America a "rispettare il diritto di tutti i popoli a scegliere la forma di governo sotto la quale desiderassero vivere," debba es– sere interpretato nél senso che essi avranno il permesso di scegliere forme di governo come quelle di Franco in Spagna o di Pétain in Francia, o come Ottone d'Austria vorrebbe instaurare in qualche parte dell'Europa Cen– trale. Per quanto riguarda l'Italia, la teoria che "un uomo e un uomo solo" è responsabile della guerra presente fra l'Italia e le Nazioni Unite ci fa ca– pire perché il Re d'Italia, quintessenza della "legittimità," è. sistematica– mente ignorato nelle trasmissioni a onde corte dall'America all'Italia. "Il • nostro governo," ha detto Da vis, "non trasmette attacchi personali con– tro il Re Vittorio Emanuele." Avrebbe potuto aggiungere che chiunque si rivolga agl'italiani da una stazione radio americana deve impegnarsi a non ricordare loro che il Re è responsabile quanto Mussolini per la tragedia del– l'Italia d'oggi. E un esercito di giornalisti è istruito dallo State Depart– ment ad insegnarci, giornalmente, che, se non il· Re, almeno suo figlio, deve essçre considerato come il "capo dei gruppi antifascisti"; o forse la moglie del Principe Ereditario, o il cugino del Re, il Conte di Torino - dato che sfortunatamente il Duca d'Aosta non è piu vivo - o Badoglio, o Grandi o il genero di Mussolini, Ciano; perfino Caviglia e Orlando, rispet– tivamente ottantenne e ottantaduenne, sono tirati fuori dalla soffitta e rispol– verati per il nostro diletto. Anche Graziani è stato rimesso in circolazione come un possibile successore di Mussolini, quel sadico Graziani che in Cirenaica lanciava i capi indigeni dagli aeroplani per farli sfracellare al suolo. Può essere che i nomi di tutti questi probabili oppositori di Musso– lini siano tirati fuori per seminare sfiducia e sospetto fra loro e Mussolini, e rendere cosf la situazione in Italia sempre piu confusa. Se è cosf, non ci si rende conto come un qualche eventuale vantaggio viene controbilanciato da importanti svantaggi. Per venti anni la maggior parte di questi possibili "successori" sono stati indispensabili strumenti dei delitti di Mussolini. Ammesso pure che pensarono talvolta di romperla con Mussolini, sarebbero pazzi a farlo ora. La paura della rivoluzione che accieca i capi dei popoli "amanti della libertà" rende assai confortevole la sorte di molti fascisti in 0gni parte del mondo. Sir Gerald Campbell, aiutante del Visconte Halifax, ci ha detto che "sebbene l'Italia possa desiderare di uscire dalla guerra, il paese non ha un capo con cui le Nazioni Unite potrebbero negoziare," e ha espresso la speranza che "un tal capo possa sorgere" (New York H erald Tribune, 7 novembre 1942)3 Sir Gerald sa bene che mentre sotto un regime libero 2 In quegli anni venivano spesso pubblicati nel mensile "American Mercury" degli scritti che riflettevano il punto di vista del Dipartimento di Stato (ministero degli Esteri americano). 3 Lord Halifax, ex ministro degli Esteri britannico fu con Neville Chamberlain uno dei 106 BibliotecaGino Bianco

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