Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America scuterle mettere da parte le formule gonfie ma vuote e le volute ambiguità. La soluzione di ciascun problema locale dipenderà dalla posizione che si prende sul problema preliminare. Una volta definito l'obiettivo principale, sarà possibile,· nel trattare i singoli problemi locali, scegliere il metodo che ci avvicina di piu alla nostra meta e respingere quello che ce ne allontana. La questione è di vitale interesse non soltanto per gli altri paesi ma anche per l'America. La guerra attuale lascerà in eredità all'America un numero di problemi interni non inferiori a quelli degli altri paesi. La solu– zione di questi problemi richiederà una saggezza ed un coraggio sovrumani. Guai a noi se gli americani si accorgeranno che i loro sacrifici per la guerra sono stati vani, che il mondo è rimasto nello stato di confusione in cui era prima, e che fra venti anni gli errori ed i delitti commessi dai successori di Neville Chamberlain e di Winston Ghurchill trascineranno di nuovo gli Stati Uniti in una terza guerra mondiale per difendere la famosa "ultima linea di difesa" dell'America in Europa. Una terribile reazione isolazionista e fascista spazzerebbe via allora qualsiasi re– sistenza. Ogm:1no di noi - dal Presidente Roosevelt al piu umile fra noi - sarebbe giustiziato e la democrazia americana scomparirebbe dalla faccia della terra. Una buona soluzione dei problemi europei è cosa di vitale in– teresse non soltanto per l'Europa ma anche per l'America. E, per amor del cielo, non facciamoci illusioni e non ripetiamo il ritornello: "da noi , d ,, non puo acca ere. Il mito di Mussolini' Autori di questo libro sono i coniugi Packard corrispondenti romani della United Press, i quali presero nel 1939 il posto di un giornalista espulso per aver riferito all'estero la voce che Mussolini era ammalato. I Packard non fecero mai niente per meritarsi l'espulsione. Vissero a Roma in un mondo artificiale di gerarchi fascisti, giornalisti e corrispondenti stranieri, in gran parte legati alla macchina della propaganda fascista. Era il peggior osservatorio possibile per chi volesse intendere le condi– zioni reali e la mentalità del popolo italiano. Ma i Packard non si in– teressavano a nulla di tutto ciò; erano dei reporters, completamente assor– biti nel compito di raccogliere e riferire "notizie interessanti" prima degli altri giornalisti. Non avevano il tempo né di documentarsi sugli eventi 1 Recensione del volume di REYNOLDS e ELEANOR PACKARD, Balcony empire: Fascist Italy at war, Oxford University Press, in "The Nation," 23 gennaio 1943. 102 ,. BibliotecaGin·oBianco

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