Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America dicembre 1941), ma ancora non si disse nulla circa la frontiera russo– polacca. Al principio di febbraio del 1942 Sir Stafford Cripps, l'ambascia– tore inglese in Russia, rese noto che la Russia non ha intenzione di interferire in Europa o altrove con le forme di governo ·dei suoi vicini; la Gran Bretagna adotta lo stesso atteggiamento (New York Times, 7 febbraio 1942). È chiaro che questo era uno dei punti su cui Eden e Stalin si erano accordati nel dicembre. Ma un mese dopo il Times di Londra scopd le carte affermando che le richieste di Stalin non vanno oltre i territori che facevano parte dell'Unione Sovietica quando Hitler marcio contro la Russia nel giugno scorso (New York Times, 16 marzo 1942). Immediatamente il quindicinale polacco Robotni"k Poliski che si pub– blica a Londra, protestò scrivendo: ogni tentativo da parte delle grandi potenze di fissare o-ra (corsivo nostro) le frontiere strategiche, e qualsiasi decisione presa da paesi forti e bene armati riguardante il destino -delle nazioni oppresse... devono essere considerati una flagrante violazione del– l'ideologia per cui combattono le democrazie (New York Times, 16 marzo 1942). A questo punto il Generale Sikorski si precipitò a Washington, s'in– contrò col Presidente Roosevelt, e nel lasciare New Yor~ per l'Inghilterra dichiarò che ... mentre la guerra è ancora in corso non si dovrebbe fare nessun accordo sulle frontiere... , Fu per ottenere l'appoggio del governo americano su questo punto che egli venne negli Stati Uniti e se ne tornò avendo avuto l'assicurazione che il Presidente non avrebbe preso alcun impegno anticipato circa i mutamenti territoriali (New York Times, 1° apri– le 1942). Al suo arnvo a Londra il Generale Sikorski annunciò di nuovo che "il punto di vista del Presidente Roosevelt circa la situazione diplomatica era identico al suo," ed egli "poteva assicurare che il governo polacco non stava risparmiando sforzi per salvaguardare gli interessi polacchi nelle varie conversazioni alleate con la Russia" (New York Times, 22 aprile 1942). Stalin càpf quello a cui mirava il Generale Sikorski. Di conse– guenza nel suo discorso al popolo russo del l° maggio 1942, fece la seguente dichiarazione: "Noi non abbiamo intenzione di impossessarci di territori stranieri o di conquistare popoli stranieri ... Noi vogliamo liberare i nostri fratelli, gli ucraini", i moldavi, i russi bianchi", i lituani, i lettoni, gli estoni e gli abitanti della Carelia." I territori ucraini e russi banchi che Stalin vuole "liberare," ossia annettere alla Russia, sono precisamente quelli che Hitler lasciò a Stalin nel 1939. 88 BibliotecaGino Bianco

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