Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America tradizione e da tutti 1 conservatori d'Inghilterra, d'America o di qual– siasi altro paese. Se dobbiamo credere a quel che abbiamo letto in The Ameri'can Mer– cury del novembre 1942 sul "Piano americano per la riorganizzazione mon– diale" - e tutto ci fa pensare che si tratti di una dichiarazione ufficiosa sugli scopi di pace del nostro Dipartimento di Stato - gli eserciti delle potenze dell'Asse saranno privati di tutte le armi offensive e non otterranno alcuna promessa di potere mai raggiungere la "parità di armamenti" con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, o qualsiasi altra delle Nazioni Unite. Ma dopo che le forze dell'Asse saranno state disarmate per sempre, non c'è da spe– rare in un disarmo da parte delle Nazioni Unite, sotto il controllo di una forza di polizia sovrannazionale. Le Nazioni Unite manterranno sempre la loro preponderanza militare nei confronti delle potenze dell'Asse. Un tale programma è la logica conseguenza di quell'idea che costitui– sce per tradizione un tabu caro ai diplomatici ed ai tories di tutti i paesi: l'idea che la sovranità nazionale deve essere illimitata. Su questo punto il 5 agosto 1942 il Visconte Simon, Lord Cancelliere nell'attuale gabinetto, ci ha dato alla Camera dei Lords un'indimenticabile lezione. Egli affermò che l'intento dei governi inglese ed americano non era di imporre dopo la guerra un'autorità internazionale a tutto il mondo, ma di ottenere l'accordo fra il maggior numero possibile di nazioni sovrane di modo che fosse il consenso, e non la costrizione esterna o un'auto– rità internazionale a parlare in nome del mondo civile. Col termine di "nazioni sovrane" egli poteva alludere soltanto all'In~ ghilterra, agli Stati Uniti ed ai loro alleati. L'articolo 3 della Carta Atlan– tica ci ha informato che l'Inghilterra e gli Stati Uniti desiderano vedere restituiti i diritti sovrani e l'indipendenza a quelle nazioni che ne sono state private e non alle nazioni colpevoli. Queste ultime, secondo i canoni della diplomazia tradizionale, essendo state sconfitte, avranno perduto la loro sovranità in fatto di armamenti, mentre le nazioni vincitrici, essendo le piu forti, manterranno intatta la loro sovranità e rimarranno armate. Tuttavia l'Inghilterra e gli Stati Uniti incoraggeranno tutte le misure possibili (oltre al disarmo dei vinti) per alleggerire i popoli amanti della pace dello schiacciante peso degli armamenti (Articolo 8 della Carta Atlantica). Oon questi sacri testi alla mano, possiamo farci un'idea del bellissimo mondo che ci attenderebbe alla fine della guerra, qualora i conservatori in– glesi ed americani. riuscissero a spuntarla. Le .Rotte gli aeroplani i carri armati e l'artiglieria pesante - le armi of– fensive delle potenze vincitrici - saranno conservate (sia pure su scala ri– dotta) se il Foreign Office inglese e lo State Department americano avran- 84 BibliotecaGino Bianco

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