Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

I nostri Alleati all'interno dell'Italia Comunismo o Democrazia? Alla fine del 1940, un mio amico italiano mi fece pervenire un mes– saggio in cui si diceva che l'Italia era piena di gruppi di malcontenti, ma che queste persone non avevano il modo di inviare corrieri, di far circolare parole d'ordine, o di rimanere in contatto gli uni con gli altri. Essi avevano bisogno di una direttiva democratica, e questa direttiva poteva soltanto ve– nire dall'estero attraverso la radio dei paesi democratici. Egli era d'accordo che gli italiani avessero bisogno di notizie. Ma le notizie senza idee erano inutili, e non sembrava che da alcuna parte venissero delle idee. Quel mio amico aveva ragione diciotto mesi fa ed ha ragione piu che mai oggi. La lotta politica ha bisogno di idee allo stesso modo che la guerra militare ha bisogno di bombe. I gruppi clandestini che lavorano in Italia contro Hitler e Mussolini si dividono in due categorie: 1. Comunisti e 2. Persone che credono nelle istituzioni democra- tiche. I comunisti sono organizzati meglio a causa degli ampi mezzi .finan– ziari di c~i dispongono e della maggiore loro esperienza nell'attività clan– destina. Per di piu essi sanno cosa debbono fare ovunque quando scop– pia una crisi: mescolarsi agli altri gruppi, quali che siano le loro idee politiche, approfittare della loro incoerenza per impossessarsi dei posti chiave, e servendosi di queste posizioni, eliminare gli altri gruppi al piu presto. · I democratici sono senza dubbio piu numerosi, ma sono sparsi in grup– petti locali isolati senza organizzazioni centrali e senza un piano comune d'azione. Vi sono "repubblicani," "liberal-socialisti," "socialisti," e gruppi di "Giustizia e Libertà." Pare che ultimamente gruppi di "Democratici cristiani," scostandosi dalle tendenze collaborazioniste del Vaticano, ab– biano cominciato a svolgere attività clandestina. Molto probabilmente né il Foreign Office inglese né lo State De– partment americano hanno in programma di appoggiare rivoluzioni comu– niste fuori della Russia. D'altra parte, senza l'intervento armato della Rus– sia, nessuna rivoluzione comunista sarebbe possibile nell'Europa settentrio– nale, centrale, occidentale o meridionale. Quando il "sistema" nazista crol– lerà, nazisti, fascisti e loro complici debbono attendersi dappertutto di essere· trattati come si meritano e saranno inevitabili dei mutamenti ra– dicali nella struttura economica e politica dei vari paesi. Ma il comunismo è un'altra questione. 1 Non si può incolparne Stalin Se le rivoluzioni comuniste non sono desiderabili, e non sono possibili senza l'intervento armato della Russia, sembra ovvio _che i governanti 1n- 77 BibliotecaGino Bianco

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