Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia e la pace separata bombardamento di notizie provenienti da tutti gli angoli della terra, da Berna, da Ankara, dal Cairo e perfino da Buenos Aires, circa una possibile pace separata fra l'Italia e le Nazioni Unite. Quando i giornali inglesi e americani ebbero inghiottito questa pappa scodellata ai loro corrispondenti da "diplomatici influenti," cioè da agenti della propaganda hitleriana e · mussoliniana, e quando queste notizie ebbero scosso il credito dell'Inghil– terra e dell'America in Italia, Mussolini andò ad incontrare Hitler in Au– stria per dimostrare che l'Asse era piu forte che mai, e i giornali e le stazioni radio italiane e tedesche presero in giro chi in Italia aveva creduto a quanto raccontavano l'Inghilterra e l'America. Per aumentare il ridicolo, alla fine di maggio e il Re e il Principe ereditario, in persona, andarono a passare in rivista le truppe ammassate vicino al confine francese, mentre Mussolini chiedeva. cessioni di territorio a ·Lavai. Dal momento che la pace separata con i complici di "un uomo e un uomo solo" è un sogno, perché non fare tutta la strada fino in fondo e negoziare una pace separata con quell'uomo solo? Ecco perché appren– demmo dal Chicago Daily News del 25 aprile 1942 che "solamente con una pace separata... Mussolini può sperare di salvare se stesso e quel che rimane del suo regime." Ci è stata anche raccontata la storia misteriosa di un gruppo di fascisti che avevano progettato di rapire Mussolini perché lo credevano soltanto "moderatamente" filotedesco (New York Times, de~ 17 maggio 1942). Poiché Mussolini non è eccessivamente filotedesco, evi– tiamo di dargli fastidio. Vediamo di accomodarci con lui. Walter Lippmann non è mai arrivato al punto di proporre di firmare una pace separata con Mussolini. Ma ci ha detto che "Mussolini non è l'Italia," buone notizie in verità, dopo che il Ministro britannico delle In– formazioni aveva scoperto nell'estate del 1941 che non c'è alcuna diffe– renza fra gli italiani e i fascisti. Secondo Lippmann "ri~ane sempre in Ita– lia il- Re e la dinastia; rimane un esercito che non è di camicie nere; ri– mane la Santa Sede... Quando sarà giunta l'ora di cacci~re via Mussolini e i suoi accoliti il Re e la casa di Savoia, l'esercito, il Vaticano saranno H per rendere possibili i negoziati di pace" (New York Herald Tribune, 2 e 5 maggio 1942). Ecco dunque che godendo l'Italia della benedizione non soltanto di un Re e di un duce, ma anche di un Papa, possiamo sperare che anche il Papa cacci Mussolini e faccia la pace separata. Questa speranza scaturisce dall'idea che l'Itàlia sia un paese cattolico per definizione, e il Vaticano in Italia abbta un immens~ potere e influenza illimitata, e perciò nessuna pietra dovrebbe essere smossa se.I\Zail benepla– cito del Papa e del clero. Questa sopravvalutazione del potere papale ha tratto e trae ancora in inganno molti americani, perfìrio nei piu alti circo– li politici. La verità è che dal 1859 al 1870, quando il sentimento religipso era piu diffuso che adesso, le truppe italiane poterono occupare, uno dopo l'altro, tutti i te.rritori dell'Italia centrale soggetti· alla sovranità del Papa, 63 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=