Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

.. L'Italia vista dall'America rono invitati ad inghiottire il Re, i generali, gli ammiragli e i capi del Par– tito fascista. Sembra che colla primavera del 1941 ogni speranza di pace separata coi complici di Mussolini sia svanita. Perciò, gli italiani furono invitati a riporre le loro speranze in un principe di Casa reale, il Duca d'Aosta, che s'era arreso agli inglesi in Etiopia. Di questo signore si disse che aveva sempre provato avversione per Mussolini, era stato educato a Eton in In– ghilterra e avrebbe fatto la pace separata con l'Inghilterra. Tutti gli italiani sapevano che il Duca d'Aosta era sempre stato un fascista, fedele sino al– l'ultimo a Mussolini. Quanto al fatto che era stato educato ad Eton, l'u– nica conclusione che essi ne potessero ricavare era che se tutti i generali e ammiragli inglesi erano stati educaci a Eton, ed erano stati compagni di scuola del Duca che aveva diretto la guerra in Etiopia, bisognava racco– mandare l'Inghilterra alla misericordia di Dio. Quando il Duca d'Aosta n1orf di tubercolosi, il Re d'Italia fu di nuo– vo tirato giu dalla soffitta e rispolverato. L'll novembre 1941, giorno del suo compleanno, la radio inglese gli inviò saluti e auguri di prosperità a nome del popolo inglese. Si possono immaginare i commenti in Italia, dove il Re è disprezzato a causa della sua vigliaccheria, e dove tutti sanno che è rammollito, e che sua moglie, la sera, lo tiene occupato gioca1:1do ad assopigliatutto. Non c'è oggi in Italia un solo antifascista militante, quale che sia la sua tendenza politica, il quale non sia repubblicano. A questi antifascisti militanti fu detto che mentre essi sfidavano la galera o la morte, i tories inglesi e americani tenevano sotto ghiaccio per loro il Re. L'idea di rimettere il Re in circolazione era talmente ridicola che lo scorso febbraio si volle far credere agli italiani che il Principe ereditario fosse divenuto improvvisamente antifascista, e che i capi fascisti in Ita– lia stavano· esercitando ogni sorta di pressione per impedire al Re di ab– dicare. "Sapevano bene che se il Principe di Piemonte gli fosse succeduto, avrebbe immediatamente chiamato a raccolta il popolo per tentare di fare la pace" (New York Ti'mes del 17 febbraio 1942, rimaneggiando ma– teriale fabbricato a Lisbona e arrivato a New York per mezzo del Daily Telegraph di Londra). Quando il Principe Ereditario era colonnello, i suoi ufficiali, in omaggio alla sua superiore intelligenza, lo chiamavano "il cretino nazionale." Nessuno in Italia si aspetta nulla da lui. Coloro, in America e in Inghilterra, che si sforzano di lanciare quest'uomo, chiamia– moli pure "cretini internazionali." Nell'aprile 1942 l'Inghilterra e l'America furono sottoposte ad un rono piu o meno frequentemente sulle colonne di "The New Republic" negli anni della seconda guerra mondiale troviamo quelle di Quincy Howe, Michael Straight, Max Lerner, A. M. Schlesin– ger, Lewis Mumford, G. A. Borgese, Stephen Spender, Melvin J. Laski, Max Werner, Julian Huxley, Eleanor Roosevelt, Henry A. Wallace, D. W. Brogan, Frederick Schuman, Sidney Hook, Harold Laski, Alfred Kazin, George W. Norris, Richard Hofstadter, Isaac Rosenfeld, Barbara Ward, Ignazio Silone, Reinhold Niebuhr, Lione! Trilling, Jacques Barzun, Pearl Buck, George Orwell, Samuel Grafton, H. N. Brailsford, Herbert Agar, G. D. H. Cole, Arthur Wintringham, John Strachey, Edmund Wilson, Max Eastman, Norman Angell. 62 BibliotecaGino Bianco

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