Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia e la pace separata ong1ne italiana, del loro vino moscato e dei loro spaghetti. Dovrebbe anche dire loro che dovrebbero ereditare e mantener vivo quel che è assai piu importante del cibo: la stoica resistenza dei loro padri alla fatica e alle sofferenze fisiche e morali, nonché le umili, dolci ma eroiche virtu delle loro madri. Questo sarebbe il contributo prezioso che essi potreb– bero dare al modo di vivere degli americani. E tuttavia, dal momento che hanno scelto questo paese come loro patria permanente, essi farebbero bene a diventare il piu presto possibile americani di cultura e di spirito. L'Italia e la pace separata 1 Nel dicembre 1940, Churchill in persona disse agli italiani che do– vevano liberarsi di ·"un uomo e di un uomo solo," Mussolini. Gli uomi– ni e le donne, che languivano nelle prigioni fasciste o a domicilio coat– to, e quelli che partecipavano al movimento clandestino antifascista, fu- l L'articolo di Salvemini L'Italia e la pace separata, in• "The New Republic" del 26 ot– tobre 1942 provocò la seguente risposta nel giornale dell'Archidiocesi di New Ydrk: Ku Klux Klan Importato. "Il professor Gaetano Salvemini, ex professore all'università di Firenze ed ora insegnante ad Harvard, usa le colonne del 'New Republic' per un attacco stile Ku Klux Klan alla Chiesa Cattolica e al Santo Padre." La Santa Sede, dice Salvemini, è del tutto screditata presso il popolo italiano; le masse sono diffidenti se non ostili al clero, il Papa è filofascista, e se il regime fascista crolla biso– gnerà preoccuparsi di mettere al riparo da violenze il clero italiano. Per queste ragioni, dice il professore, che ha preso due anni fa la cittadinanza americana, i tories americani del nostro Dipartimento di Stato - come egli li definisce - fanno uno stupido giuoco sforzandosi di portare l'Italia alla pace mediante la Santa Sede; i tories inglesi ed ame– ricani (come egli definisce i funzionari degli affari esteri di ambedue i paesi) vengono "ingannati da! Papa Pio XII." Il Reverendo dott. John Ellis Tracy dell'Università Cattolica d'America, direttore della Catholic Historical Review, ci ricorda che queste affermazioni provengono da un uomo che manca dall'Italia da dieci anni, ben noto come anticlericale nel suo paese già vari anni prima di venire nel nostro. In merito al Vaticano la sua attendibilità è pari a quella dei nostri anticattolici -ame– ricani. Qualche giorno prima del conclave del marzo 1939, il giornale del Conte Ciano, genero di Mussolini e la seconda autorità del regime fascista, poneva il Cardinal Pacelli in testa alla lista dei membri del Sacro Collegio la cui elezione il Duce riteneva inaccettabile. Sua Santità ha, da allora, ripetutamente denunciato le ideologie fasciste e naziste. Ha indirizzato messaggi di sim– patia ai governanti dei paesi invasi dall'Asse. Ha rifiutato di riconoscere il dominio dell'Asse in quei paesi. Ma Salvemini dice che il Santo Padre è "filo-fascista." Il fatto è che il Santo Padre è avversario del socialismo radicale, anticlericale di Salvemini, il quale adotta perciò un metodo frequentemente usato dai nemici del cattolicesimo: tenta di colpire il Santo Padre con una taccia di impopolarità. Ma i governkti degli Stati Uniti non basano la loro politica verso il Vaticano sui pregiudizi di nemici del cattolicesimo americani o stranieri. ("The Catholic News," 28 novembre 1942.) "The New Republic," altro diffuso settimanale politico liberale-progressista, iniziò le pubblicazioni nel 1914 sotto la direzione çli Herbert Croly, ed ebbe fra i suoi redattori Walter Lippmann e Randolph Bourne. Negli anni in cui Salvemini vi collaborò era diretto da Bruce Bli– ven, Malcolm Cowley, George Soule e Stark Young. Molti intellettuali della sinistra democratica collaborarono contemporaneamente a "Thc Na– tion" e a "The New Republic." Fra i collabQratori americani ed europei le cui firme ricor- 61 BibliotecaGino Bianco

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