Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Canada l'anno scorso, è stato aggiunto un capitolo sugli italiani di Ame– rica. Sforza desidererebbe che le generazioni di. discendenza italiana in A– merica fossero assolutamente fedeli al loro nuovo paese, ma continuassero a mantenere "dei legami culturali e spirituali con il vecchio." Egli scrive: "Non può diventare un buon cittadino un uomo impoverito intellettual– m.ente e spirtualmente per il fatto di essere rimasto tagliato fuori dall'u– nico passato che aveva avuto. Se ciò avvenisse egli diventerebbe un sel– vaggio, un bastardo, un automa." Sforza rinunzierà a questa sua teoria non appena si sarà reso conto che tutti gli americani hanno avuto un passato europeo dal quale sono rimasti o rimarranno tagliati fuori. I "legami culturali e spirituali" degli immigrati coi paesi di" origine diverranno inevitabilmente sempre piu tenui dalla prima alla seconda e dalla seconda alla terza e quarta generazione. Essi rimarranno saldi soltanto fra le classi colte. Che specie mai di "legami spirituali e culturali" po– trebbero essere conservati da un ragazzo americano di scuola media il cui nonno era un contadino italiano analfabeta emigrato in America nel 1880? I legami spirituali e culturali si traducono in vincoli politici soltanto per coloro la cui mente è capace di dipanare l'arruffata matassa dei pen– sieri e dei sentimenti. Gente che non è stata avvezzata alle analisi sottili corre il rischio di dover affrontare delle gravi e pericolose crisi morali quan– do i legami spirituali e intellettuali vengono in conflitto con i doveri po– litici. Quel che sta accadendo in questo paese fra i cittadini e i residenti nati in Italia, e persino fra larghi strati delle piu giovani generazioni, do– vrebbe insegnarci che se certe tragedie non possono oggi essere evitate, dovremmo cercare di non moltiplicarle e perpetuarle sforzandoci di man– tenere vivi per sempre, non solo fra le classi colte ma anche fra le altre classi certi legami che potrebbero servire soltanto a danneggiare la profonda struttura morale dei singoli individui. Se tutti coloro i quali sono venuti in America dall'Europa, ossia, in sostanza, se tutti gli americani avessero conservato i "legami spirituali e in– tellettuali" col loro paese di provenienza, l'America non avrebbe svilup– pato mai una civiltà propria e sarebbe rimasta un mosaico di "minoranze etniche" frazionate e in contrasto fra loro, collegate con vincoli non sol– tanto "spirituali e intellettuali" ma altresi'. "politici" alle rispettive patrie europee anziché al paese nel quale esse si sono stabilite in permanenza. La vecchia generazione che è giunta dall'Italia, e si è dimostrata in– c~pace di romperla colle proprie tradizioni ancestrali, può anche mostrarsi turbata dalle nuove caratteristiche spirituali che si sono venute sviluppando nei loro figli per influenza del nuovo ambiente, ma essa ha torto mentre i giovani hanno ragione, e uomini come Sforza dovrebbero dirglielo. Confido che il libro di Sforza sarà letto da molte persone, ma spero altresi'. che, col suo buon senso e colla sua generosità, nelle future edi– zioni Sforza modificherà le sue affermazioni su questo tema in modo da renderle degne di un "vero italiano." Egli dovrebbe dire ai cittadini america– ni di origine italiana che non hanno alcuna ragione di vergognarsi della loro 60 BibliotecaGino Bianco

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