Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Quanto ai fascisti, essi avevano il diritto di pensare che se Mussolini era. stato un "grande uomo" fino a quando non aveva disturbato i tories in– glesi, doveva essere ancora un "grande uomo" anche se essi ora non lo . , amavano pm. Sembra che Churchill pensasse che il suo discorso avrebbe provocato in Italia una rivoluzione. E poiché la rivoluzione non ebbe luogo, nel- 1' estate del 1941 il Ministero delle Informazioni inglese scopri che tutti gli italiani, e non un uomo solo, erano responsabili dell'entrata in guerra dell'Italia contro l'Inghilterra, e decise quindi che non dovesse piu farsi al– cuna distinzione fra italiani e fascisti. A parte il fatto che questa posizione era storicamente falsa, il Mi– nistero delle Informazioni britannico si mostrò privo di qualsiasi buon senso politico. La insensatezza dell'impostare cosf la questione, è stata di– mostrata dalla maniera in cui ne ha approfittato Mussolini. Nel Man- • chester Guardian del 9 marzo 1942 si legge: Il tema nazista "odiate l'Inghilterra" fu seguito dalla propaganda fascista con un certo imbarazzo e poi fu abbandonato. Maggiore successo deve avere avuto lo slogan contrario "gli inglesi vi odiano tutti" che è diventato il tema piu frequente di tutta la propaganda nemica. I radiocommentatori italiani si sono -affrettati a citare lettere di cittadini inglesi ai loro giornali in cui si afferma che non si può fare una vera e propria distinzione fra l'Italia ed il regime fascista. E Gayda nel Giornale d'Italt'a del 30 gen– naio ha scritto: "Noi prendiamo atto dello spirito della propaganda inglese e della nazione inglese che è contraria a tutti gli italiani. Gli italiani debbono finalmente com– prendere che la tradizionale amicizia inglese verso di loro, verso la loro causa nazionale e verso il loro paese, non è mai esistita." Mentre i propagandisti sottolineano questo tema, essi tengono nascosta accuratamente qualsiasi dichiarazione fatta da parte alleata che faccia una distinzione fra l'Italia e il fascismo. Noi abbiamo avuto altre felici trovate per aiutare Mussolini. Gli ita– liani che conoscono soltanto la propria lingua sentono dire nelle trasmis– sioni in italiano della radio americana che i soldati italiani ebbero ragione quando si rifiutarono di combattere in Albania e in Libia. Ma quelli di loro che capiscono il francese o lo spagnolo sentono nelle altre trasmissioni in lingua francese o spagnola che tutti gli italiani sono vili e sanno sol– tanto scappare. Durante la sua recente visita a Washington, Churchill disse che Mussolini "aveva inflitto grandi sofferenze ed ingiustizie al suo popolo la– borioso." Speriamo che queste parole non furono pronunciate a caso, ma con un preciso intento, e che esse indichino un nuovo indirizzo piu in– telligente nella nostra lotta politica contro Mussolini. Auguriamoci che l'effetto della nostra guerra politica non debba essere quello di rendere le cose piu facili per i nostri nemici e piu difficili per i nostri amici. 58 BibliotecaGino Bianco

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