Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Contratti di lavoro congresso della sua organizzazione rivolgendo a Rossoni, allora presidente di tutte le organizzazioni nazionali dei sindacati fascisti, le seguenti parole: Voi ci direte stamani quali sono le direttive della confederazione che noi dovre– mo seguire. Noi abbiamo un orgoglio solo: quello di ritenerci interpreti fedeli della vostra volontà perché sappiamo che la vostrà volontà è al servizio del Duce e del re– gime. Noi siamo qui adunati per ascoltare la vostra parola e il vostro comandamento. Rossoni solennemente rispose: È chiaro che tutte le leggi detla rivoluzione sono le nostre leggi, che tutti gli ordini del Duce sono ordini rispettati. Io non ho mai ammesso e non ammetto nessuna riserva dei sindacati fascisti del lavoro di fronte alle disposizioni e ai comandamenti del Duce. Nessuna riserva! 7 Nel gennaio 1932 il congresso nazionale degli industriali consistette soltanto nel discorso presidenziale, il discorso del ministro delle Corpora– zioni, un altro discorso del segretario della confederazione e una "elezione" per ricoprire le cariche. 8 Il congresso nazionale della Confederazione sinda– cati industriali, che conta oltre due milioni di iscritti, si tenne il 6 aprile 1933. I lavori cominciarono coi saluti del presidente e di un rappresentante del Partito fascista, dopo di che uno dei delegati dichiarò che "ogni discus– sione sarebbe superflua"; un altro propose che il presidente della confede– razione fosse riconfermato per acclamazione; un altro ancora lesse i nomi del direttorio nazionale e chiese all'assemblea di approvarli per acclamazione, il che fu fatto a tambur battente; il sottosegretario al ministero delle Cor– porazioni fece una conferenza sul sindacalismo fascista, e il congres~o venne aggiornato. 9 Nel corso di questa conferenza, tra le altre squisite parole il sottosegre– tario pronunciò le seguenti: Comincia da oggi, da domani (...) la vostra vera, forte, interessante attività sinda– cale, e comincia nel piccolo comune, nella piccola frazione dov'è lo stabilimento, dove bisogna costituire non sulla carta, ma nella realtà della vita organizzativa i gruppi di categoria, i sindacati provinciali, le sezioni che bisogna far vivere, facendo in maniera che l'operaio, l'impiegato, prenda contatto con la sua organizzazione, discuta nelle assemblee dei suoi bisogni, del rendiconto annuale, dell'attività dei dirigenti, si esprima liberamente, perché soltanto cosi il sindacato diventa qualche cosa di vivo e di fecondo. 10 Sul settimanale fiorentino L'Universale, il 25 aprile 1933, un "impie– gato presso una azienda privata di Firenze" cosf commentò il discorso del sottosegretario: 7 "Il Lavoro d'Italia," 5 maggio 1928. [N1d.C.] 8 "Resto del Carlino," 22 gennaio 1932. 9 "Lavoro Fascista," 7 aprile 1933. L'addetto commerciale inglese a Roma, Tumer (Economie Conditions, cit., p. 158) afferma che i non soci delle organizzazioni "possono partecipare alle deliberazioni delle assemblee." Con queste parole si fa credere al lettore che esistano oggi in Italia assemblee nelle quali i soci delle organizzazioni deliberano. 10 "Lavoro Fascista," 7 aprile 1933. 61 Bibloteca Gino Bianco

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