Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asdsmo W orki·ng of a Corporate State, poteva tranquillamente affermare che "i sin– dacati locali [organizzazioni legali] scelgono uomini che abbiano capacità, carattere e spirito pubblico, e che godano della fiducia dei loro compagni" (p. 97). In Is Fascism the Answer? (p. 145) anche Jones scopre che "in Italia il diritto dei prestatori d'opera (...) di scegliere i loro rappresentanti, diritti di auto-organizzazione e altre attività combinate, sono tutti espressamente . . ,, ass1curat1. Gli "studiosi dello Stato corporativo italiano," nel New Statesman del 26 maggio 1934, dichiararono cl1e i congressi nazionali ove si "eleggono" i presidenti delle confederazioni sono "composti dai capi eletti delle sezioni provinciali," e che quando il presidente è "eletto" il ministro delle Corpo– razioni "deve controllare soltanto che il candz'dato abbia i requisiti richiesti dalla legge, cioè che sia competente per occupare il posto sia in termini di ,, capacità che di carattere." In un discorso pronunciato all'Institute of Public Affairs dell'Università di Virginia il 3 luglio 1934, il Dr. De Ritis ebbe il coraggio di affermare che "ciascun membro di una organizzazione sindacale di datori di lavoro o di lavoratori ha uguale diritto di voto nella elezione per formare il diret– tivo." Il Dr. Nicholas Murray Butler, presidente della Columbia University, si prese .cura di far riprodurre il discorso del Dr. De Ritis nei quaderni men– sili del Carnegie Endowment for International Peace, gennaio 1935, n. 306, sottolineando che il Dr. De Ritis è il direttore dell'Istituto italiano di cul– tura a Malta. Non rimane altro che esprimere la propria preoccupazione per il livello di tale istituto. L'Ufficio internazionale del lavoro in Année Sociale, 1934-35 (I, 19) ci informa che i direttori delle federazioni sono "eletti" dalle "assemblee delle organizzazioni." L'autore della relazione su The Economie and Financi·al Position of ltaly, pubblicata nella primavera 1935 dal Royal Institute of International Affairs, mantiene su questo punto un discreto silenzio. La sola differenza che egli osserva tra i sindacati fascisti e i socialdemocratici è che "in questi ultimi lotta di classe e internazionalismo hanno la precedenza sopra gli interessi nazionali," mentre "nei primi la nazione viene prima." Ci sono anche, egli ammette, altre differenze, ma non si prende la pena di esporle (p. 5). Oltre a Lachin le sole persone che hanno presentato questo problema · nella sua vera luce sono Miss Haider, 17 Rosenstock-Franck,1 8 Mrs. Dean, 19 Elwin, 20 e Finer. 21 17 C. HAIDER, Capital and Labor under Fascism, cit., pp. 109, 167-68, 221-25, 277; ID., Do We Want Fascism?, New York, The John Day Company, 1934, pp. 19, 21. 18 RosENSTOCK-FRANCK, L' économie corporative cit. pp. 89-97. 19 V. M. DEAN, Tbe Economie Situation in Italy: the Corporative System, in "Report of the Foreign Policy Association" (New York), 16 gennaio 1935, p. 295. 20 W. ELWIN, Fascism at Work, London, Martin Hopkinson, 1935, pp. 186-87. 21 FINER, Mussolini's Italy, cit., p. 505. 58 Bibloteca Gino Bianco

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