Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Capitolo settimo "Company unions," sindacati nazisti, e sindacati fascisti Nelle cosiddette "company unions," che in anni recenti sono state pro– mosse negli Stati Uniti dai datori di lavoro, i dirigenti sindacali sono nomi~ nati direttamente dai datori di lavoro. Nella Germania nazista non ci sono piu datori di lavoro e lavoratori: ci sono "capi" (i datori di lavoro) e "gre– gari" (i lavoratori); e le organizzazioni sindacali naziste sono chiamate "comunità aziendali." Ciascuna "comunità aziendale" è amministrata da un "consiglio" i cui membri sono nominati dalla "cellula aziendale," cioè da quei "gregari" che sono membri del Partito nazista, in seguito a consul– tazioni con il "capo." I votanti non possono proporre altri candidati, 1na hanno il diritto di depennare dalla scheda elettorale i nomi che non son loro graditi. Se i "gregari" non assicurano a nessun nome la maggioranza, il consiglio è nominato da uno dei "fiduciari del lavoro" (Treuhiinder der Arbeit), ai quali il governo affida il compito di tenere alto il livello di "onore sociale" nelle aziende tedesche. Tutto ciò è chiaro come la luce del sole. A tutti è chiaro che cosa sia oggi in America il segretario di una "company union" e che cosa sia in Germania il consiglio di una "comunità aziendale." E tutti sanno che in queste organizzazioni "i padroni siedono dall'una e dall'altra parte della tavola." I sindacati fascisti non si mostrano in modo altrettanto chiaro. I fa– scisti italiani fanno tutto il possibile per creare confusione nella testa della gente su di un punto assolutamente essenziale per comprendere la vera na– tura del "sindacalismo" fascista: da chi e con quale sistema sono "eletti" i funzionari delle organizzazioni locali, provinciali e nazionali? Quando il giornalista francese Lachin disse al presidente dei dipendenti industriali, Cianetti, che egli era nominato dal governo e non scelto dalle classi lavoratrici, Cianetti né protestò né lo smentf: cambiò discorso. 1 Un altro dirigente fascista, Capoferri, ammise che il segretario generale dei sin– dacati in ciascuna provincia è nominato dal presidente della confederazione, ma affermò che questi è assistito dai segretari dei vari rami provinciali dei sindacati. "Chi nomina questi segretari?" chiese Lachin. E la risposta fu: 1 LACHIN, La ]Ve ltalie, cit., p. 195. 52 Bibloteca Gino Bianco

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