Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo dacali fossero rese elettive e che le elezioni avvenissero in piena libertà e assoluta indipendenza: Per quello che si riferisce alla grande massa lavoratrice, le condizioni ambientali miglioreranno certamente, se si riuscirà a creare nei lavoratori una coscienza sindacale, primo indispensabile elemento per la formazione di una coscienza corporativa. E questo si otterrà col far vivere al lavoratore la vita stessa del sindacato, abbandonando, sopra– tutto, per la scelta dei dirigenti, il sistema della nomina di autorità e ritornando ( ...) al sistema elezionistico che indubbiamente, nonostante tutti i suoi difetti, è quello che meglio risponde al principio di rappresentanza di categoria. 14 Toccati nel vivo dalle parole di Rotigliano, i dirigenti sindacali pro– testarono calorosamente. Il presidente della Confederazione sindacati indu– striali, Clavenzani, si mostrò altamente meravigliato che Rotigliano non sapesse come in base agli articoli 10, 11, 12, 13, 14, 15 dello statuto delle organizzazioni provinciali le cariche sindacali fossero state già rese elettive. -– Il suo oppositore lo interruppe, affermando che le elezioni avvenivano solo "sulla carta." Clavenzani tuttavia disapprovava la proposta che si appli– casse il metodo elettorale "nei confronti dei segretari delle unioni provin– ciali, e degli altri dirigenti cui è deferita la cura, il collegamento e il coordi– namento dei sindacati aderenti": "trovo necessario denunciare alla Camera che progetti del genere, se attuati, porterebbero alla completa baraonda. " 15 Un altro dirigente sindacale, Ladislao Rocca, affermò che nella Confedera– zione sindacati industriali "tutte indistintamente le elezioni sono effettuate col sistema elezionistico "; ma era una tale falsità che fu costretto ad ag– giungere: "Solo i segretari delle Unioni e Federazioni sono nominati di au– torità, in quanto si tratta di nomine di elementi sui quali grava una respon– sabilità, non solo sindacale-organizzativa, ma anche e soprattutto politica. " 16 Alla Camera, nella seduta del 10 marzo 1933, il sottosegretario per le Corporazioni affermò che "le categorie devono di frequente adunarsi, discutere dei loro problemi, designare i loro d,:r,:genti." Ma non c'era niente di vero dietro queste parole. Infatti l'oratore aggiunse: "Il governo e il partito - che è presente e vicino ad ogni nostra attività - potranno trarre da questo intensificarsi di vita associativa utili elementi di giudizio anche per quanto attiene alla scelta di d1:ri·genti. " 11 La scelta, dunque, è ancora affidata al governo e al partito. Nel 1934 la farsa del!'" elezione" fu abolita per i presidenti delle confe– derazioni, che sono ora "nominati" direttamente da Mussolini. La farsa continua ancora per tutti gli altri dirigenti che devono essere "eletti." Nel congresso dell'Institute of Intellectual Cooperation che si tenne a Londra nel 1933, uno dei rappresentanti ufficiali del governo fascista, Ro– sboch, affermò che il fine dello Stato corporativo era quello di "porre sullo stesso piano, in condizioni di perfetta uguaglianza, le forze del capitale e 48 14 A. P., Camera, Legislatura XXVIII, Discussioni, voi. III, p. 2641. 1s Ibidem, p. 2697 (15 maggio 1930). 16 Ibidem, p. 2728 (16 maggio 1930). 11 Ibidem, voi. VII, pp. 8081-82. Bibloteca Gino Bianco

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