Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

I funzionari delle organizzazioni legali di mentalità democratica. ( ...) Noi siamo un esercito di credenti, non una massa di associati. 10 Il 28 gennaio 1928 il Lavoro d'Italia, organo ufficiale dei sindacati fa.. scisti, riportò che nell'ordine del giorno di una assemblea convocata dalla Federazione nazionale bieticultori figuravano "dimissioni del presidente" e "elezione del presidente." Il giornale si mostrava altamente meravigliato che nel regime fascista ci fosse ancora chi parlava di elezioni: Una circolare emanata dalla Federazione nazionale bieticultori rivela come certe forme di elettoralismo che si credevano relegate nelle soffitte dei vecchi e tramontati regimi, siano ancora le spine dorsali di organizzazioni che vivono prosperose in pieno anno VI dell'era fascista. Nell'opera La carta del lavoro illustrata e commentata, pubblicata nel 1929 sotto gli auspici del segretario generale del partito e di Giuseppe Bottai, si legge: Il Partito non potrà perciò abbandonare i sindacati a se stessi, fino a quando non saranno scomparsi tutti i residui socialisti, che sono ancora numerosi nelle masse operaie urbane. (...) Appare dunque indispensabile il controllo politico del Partito sulle orga– nizzazioni sindacali, essendo lecito ritenere che soltanto quando si sarà formato uno stato d'animo fascista di carattere generale, si potranno identificare sistema politico e sistema sociale nell'attrezzatura giuridica dello Stato. 11 Lo scontento tuttavia continuava nascostamente a manifestarsi. Il 1 ° aprile 1930 Bottai chiese al Gran Consiglio di approvare un sistema di desi– gnazione dei dirigenti che rivestisse "carattere sempre piu rappresentativo" affidato a "metodi di elezione a piu gradi. 1112 Dato che si parla di "gradi, 11 al plurale, ciò avrebbe dovuto significare che i membri delle organizzazioni locali avrebbero eletto non i funzionari ma gli elettori, i quali a loro volta avrebbero eletto gli elettori effettivi dei funzionari. Il Gran Consiglio trovò pericolosa anche questa laboriosa mistificazione, e 1'8 aprile decise di non accettare "nessuna modificazione al sistema di designazione dei dirigenti, le cui nomine debbono secondo lo spirito della nostra legislazione sindacale, conciliare insieme le esigenze rappresentative delle categorie professionali e le esigenze politiche del Regime. 1113 La conciliazione si otteneva sacrificando le "esigenze rappresentative" alle "esigenze politiche." Non erano passati neppure due mesi dopo questa dichiarazione da parte del massimo organismo politico del regime quando, in un discorso alla Camera il 14 maggio 1930, l'on. Rotigliano chiese che le cariche sin- 10 Ibidem, 22 gennaio 1928. 11 A. TURATI, Il contenuto politico della "Carta del lavoro," in A. TURATI e G. BOTTAI, LC!Carta del lavoro illustrata e commentata, Roma, 1929, pp. 72-73. Nel 1935 Bottai (The Cor– porate State and N.R.A., cit., p. 615) affermò che ciascuna organizzazione ha il diritto di "no– minare i delegati" ogni qual volta sia richiesta la rappresentanza, ma non precisò a chi è affidata la "nomina." u "Popolo d'Italia," 2 aprile 1930. [N.d.C.] 13 Ibidem, 9 aprile 1930. [N.d.C.] Bibloteca Gino Bianco 47

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