Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo zione sarebbe immediatamente bollato come "antinazionale." Quindi cia– scuno "acclama" - e l'elezione è finita. Onestamente si deve ammettere che qualche volta si dà il caso che una elezione avvenga mediante votazione. Il votante riceve una scheda elettorale preparata dai dirigenti e la depone nell'urna. Nessuno controlla il numero dei voti, l'identità personale del votante, il lavoro degli scrutatori. Questi in– variabilmente annunciano che la lista ufficiale è stata eletta con voto una- . n1me. Analoga onestà ci fa obbligo di ammettere che ci sono occasioni nelle quali ha luogo una vera elezione con voto segreto. Ma se la lista ufficiale non vince, l'elezione è invalidata. In proposito può interessare il caso della Cooperativa trasportatori di Massa Lombarda in provincia di Ravenna, che ebbe luogo nell'ottobre del 1928. Questa organizzazione, fondata dai socia– listi, era stata "coordinata" (fascistizzata) dopo l'avvento della dittatura. Il segretario provinciale del partito partecipò a una delle riunioni della coope- ; ratjva annunciando che l'elezione del nuovo comitato esecutivo avrebbe avu– to luogo in completa libertà, perché il Duce adesso aveva fede nel popolo italiano. I soci applaudirono e si prepararono ad eleggere i loro vecchi ammi– nistratori socialisti eliminati in precedenza dai fascisti. Avendo avuto sentore di questo "complotto," il segretario del Fascio locale andò su tutte le furie, e ordinò ai soci di eleggere i candidati da lui prescelti. I soci, forti della dichiarazione dell'autorità superiore, tennero duro e votarono la lista origi– naria. Il segretario locale annullò l'elezione e denunciò alla polizia i candi– dati eletti come "antinazionali." I poveri candidati invocarono la testimo– nianza dell'autorità superiore, che difese la loro causa e li fece scarcerare. Si tenne una nuova elezione nella quale il segretario locale, per ordine del segretario provinciale, impose che i soci eleggessero quelle stesse per– sone contro le quali egli poco prin1a aveva opposto il suo veto. Questa volta furono i candidati che rifiutarono. Di nuovo minacce da parte del segretario locale e interventi della polizia. Finalmente, i candidati accettarono la carica dopo aver avuto assicurazione che questa volta non sarebbero stati bollati come "antinazionali." Ma non sempre le cose finiscono tanto allegramente. Il Corr1:ere della Sera del 23 febbraio 1931 riportava piuttosto confusamente di disordini che si erano avuti nel villaggio di Busnago a 30 chilometri da Milano: due persone sarebbero state uccise da criminali che erano riusciti a scappare senza lasciare traccia. In effetti ecco come erano andate le cose. In questo villaggio prima del 1922 i socialisti avevano fondato una cooperativa di con– sumatori, di cui presero possesso i fascisti costringendo i socialisti in carica a dare le dimissioni. La mattina del 22 febbraio 1931 si tenne la riunione per l'elezione annuale. I membri furono richiesti di eleggere la lista fascista, che come al solito era l'unica ammessa. Ma contando i voti i fascisti si accor– sero che in pratica tutti avevano votato scheda bianca; la lista fascista non aveva raggiunto nemmeno un numero di voti pari al numero dei candidati. Nel pomeriggio i fascisti dei paesi vicini, convocati per telefono, invasero 44 Bibloteca Gino Bianco

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