Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo Il presidente della Confederazione dei sindacati agricoli ha avuto la sfacciataggine di pubblicare sui giornali del 28 giugno 1933, una circolare per rammentare ai funzionari dei sindacati che "nessuna pressione coattiva deve in alcun modo essere esercitata sui lavoratori" per costringerli ad en– trare nelle organizzazioni. "Il tesseramento deve rappresentare un atto di libera e spontanea adesione. " 14 La circolare si proponeva di servire - co1ne di fatto avvenne - da "offa" per i giornalisti stranieri a Roma, che ripor– tandola nei loro paesi davano ai loro lettori l'impressione che per i lavoratori italiani l'appartenenza ai sindacati fascisti fosse una questione di libera scelta. Alla Conferenza di Londra del 1933, uno dei rappresentanti italiani, Righetti, ebbe l'ardire di pronunciare la seguente dichiarazione: Il fatto che una sola organizzazione sindacale venga riconosciuta, non significa che i sindacati non siano liberi (...) L~iscrizione è libera e avviene di propria scelta. 15 ~ E. Rosboch osò andare ancor piu lontano: Da noi c'è una completa libertà sindacale. Le organizzazioni sindacali sodaHste oggi possono ancora esser ricostituite, poiché non c'è restrizione alcuna alla libertà di organizzare associazioni sindacali. 16 S. A. Jones ha scoperto "che non esiste assolutamente nessun divieto alla libera iniziativa di costituire associazioni o sindacati. 1117 Ma, ancora una volta, il premio per la sublime ispirazione che detta le sue parole tocca a Mr. Goad, direttore del British Institute di Firenze. Egli afferma che secondo la legge del 1926 "altri sindacati godrebbero dei van– taggi accordati a quelli che sono stati riconosciuti"; "non occorre dire che in queste organizzazioni industriali non si fa nessuna differenza tra lavoratori fascisti e non fascisti. Basta che non siano antifascisti. " 18 In un discorso tenuto al Royal Institute of International Affairs di Londra nell'ottobre del 1933, Mr. Goad affermò che "i sindacati [le organizzazioni legali] devono essere liberi e aperti, né esclusivi né monopolistici; essi devono essere volon– tari e, come di fatto avviene, spontanei." A prova che questa era la verità indiscutibile, egli citò il fatto che "altri sindacati godono dei vantaggi accor– dati ai sindacati riconosciuti"; "per coloro che appartengono ad altri sin– dacati, ad esempio ai sindacati cattolici, i vantaggi sono gli stessi"; "sap– piamo bene come i sindacati inglesi abbiano protestato contro l'assunzione di lavoratori non organizzati. Queste cose in ltali·a non possono accadere. " 19 Dio sa quanta fatica ci vuole per accertare una singola verità storica. Le fantasie richiedono me110 sforzo. Non c'è da meravigliarsi, perciò, se 14 "Popolo d'Italia," 28 giugno 1933. [N.d.C.] ts G. RIGHETTI, The Organisation and Representation of Labour, in The State and Economie Life cit., p. 265. 40 1~ RosBOCH, art. cit., p. 283. 17 S. A. JoNEs, Is Fascis1n the Answer?, Hamilton (Ontario), Davis-Lisson, 1933, p. 67. 1s GoAD, The Making of the Corporate State, cit., p. 80. 19 GoAD, The Corporale State, cit., pp. 776-78. • Bibloteca Gino Bianco

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